Ad una vittoria dal titolo. Sembra incredibile, dopo
tutto quello che ha passato negli ultimi 3 anni, ma nel giorno
dell’anniversario dell’infortunio che ha dato inizio al calvario di Klay
Thompson e al reset della franchigia, Golden State si prende gara 5 contro Boston e giovedì, in
trasferta, si giocherà il primo match point per l’anello. Klay cucina una bella
fetta di vittoria, considerando che è lui nel terzo quarto a risvegliare i
Warriors dopo che i Celtics, aggrediti nel primo tempo, avevano rimontato uno
svantaggio arrivato anche a 16 punti con uno straripante inizio di ripresa.
Golden State nel complesso ha meritato la vittoria, esaltata anche dal caldo
pubblico di Chase Center, riuscendo ad evitare di squadra di risentire della
peggior partita di Steph Curry nella serie. Boston, che per la prima volta in
questi playoff perde due partite di fila, è stata troppo altalenante, come la
sua precisione prima perduta, poi ritrovata e poi nuovamente perduta da tre.
Giovedì al TD Garden, la squadra di Udoka dovrà tirare fuori il meglio per
riportare le Finals a San Francisco per gara 7.
Se i Warriors in queste Finals sono stati soprattutto Curry, gara 5 è stata più
delle altre la vittoria della squadra. Di Andrew
Wiggins, mvp della partita con 26 punti e 13 rimbalzi, e Draymond Green nel primo tempo, di Klay Thompson e Jordan Poole nella ripresa. Curry (16 punti con 7/22 dal campo e
un inusuale 0/9 da tre) ha fatto il leader anche in questa situazione, mettendo
da parte la ricerca della gloria personale per mettersi al servizio della
squadra. I 5 giocatori in doppia cifra sono la miglior testimonianza che
quel “Strength In Numbers”, la forza è nei numeri, parola chiave
delle 5 Finals in 5 anni, è ancora il motto di Golden State: Wiggins ha
confermato che senza pressione sa essere fenomeno, Green ha giocato la sua
miglior partita della serie, Poole è stato la scintilla dalla panchina assieme
a Gary Payton II, preziosissimo
figlio d’arte che sta vivendo una favola. Come quella di Golden State, che dopo
aver visto l’inferno si ritrova di nuovo ad un passo dal Paradiso. La chiave
per entrarci, la chiave per l’immortalità, è un’altra vittoria. Quella di
giovedì a Boston sarà la prima chance per prendersela.
Boston è finita alle corde. Aggrediti fin dalla palla a due, i Celtics nel
primo tempo sono andati in bambola, con l’attacco azzoppato dai 12 errori su 12
nei primi tentativi da 3. Il terzo periodo è stato l’unico momento del match in
cui i Celtics sono riusciti a giocare da Celtics, fisici in difesa e
determinati in attacco ben oltre la precisione delle triple. Non è durato, per
meriti di Golden State che si è ritrovata dopo i preoccupanti minuti di
sbandamento, e per demeriti di Boston, che persa in attacco l’efficacia di
Tatum (comunque alla miglior partita della serie con 27 punti e 10 rimbalzi)
non è riuscita a trovare una fonte di gioco alternativa. Come aveva predetto
Udoka, è stato l’attacco di Boston, non la difesa, a fare da ago della
bilancia: i Celtics si sono fermati al 41,1%, non riuscendo a trovare in
panchina (White disastroso) che sarebbe tanto servito. E ora giocano per non
andare a fondo: l’hanno già provato, in questa loro lunga cavalcata playoff, ma
stavolta è diverso. Stavolta sono le Finals.
La partenza dei Warriors è straripante: aggressivi fin dalla palla a due,
mandano a lungo in tilt Boston e toccano il 24-8 con Curry a 2’ dalla prima
sirena. Boston prova a riprendersi, accorciando nel secondo quarto fino a -6
con un parziale di 8-0, ma è Wiggins tenere avanti Golden State, firmando con 9
punti nel secondo periodo il 51-39 dell’intervallo. Il terzo quarto in queste
Finals era sempre stato quello del dominio Warriors: in gara-5 diventa quello
del riscatto dei Celtics. Boston parte con uno strabiliante 10-0, ribalta
Golden State con un parziale di 27-10. Poi Klay suona la sveglia, Poole infila
un’incredibile tripla sulla sirena e a fine terzo quarto i Warriors sono
comunque avanti, 75-74. Thompson e Poole tramortiscono Boston con un parziale
di 10-0 a inizio ultimo quarto, ma è ancora Wiggins a completare l’opera. E a
mandare Golden State ad una vittoria dal titolo.
Golden State Warriors – Boston Celtics 104-94 (3-2)
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