I Miami Heat l’hanno fatto di nuovo. La vittoria sofferta
sui New York Knicks in gara 6 vale l’ennesimo accesso alle Eastern Conference
Finals per gli uomini allenati da coach Erik
Spoelstra. Ennesimo perché per gli Heat si tratta delle decime finali di
conference della loro storia, le settime negli ultimi 13 anni oppure, se
vogliamo essere più circoscritti al presente, le terze nelle ultime quattro
stagioni. Un successo su tutta la linea per Jimmy Butler e compagni, che attendono ora la vincente di gara 7
tra Boston e Philadelphia per conoscere il prossimo avversario. Miami è la
seconda numero 8 del tabellone nella storia della NBA a centrare le finali di
conference (nel 1999 furono i Knicks di Latrell Sprewell e Allan Houston a
riuscirci), la prima a raggiungerle passando per il play-in (oltretutto
perdendo la prima gara), e questo rende ancora più speciale una serie per
lunghi tratti dominata dagli Heat e che, specialmente nelle partite casalinghe,
ha mostrato in maniera evidente tutta la maturità, il carattere e la solidità
della filosofia di gioco e dell’identità tecnica della squadra. New York ha
lottato con tutto quello che aveva, trascinata da un monumentale Jalen Brunson (41 punti in 45’), al
quale si può solo perdonare la terribile palla persa sul -2 (92-90) a 16’’
dalla sirena che di fatto ha condannato i Knicks all’eliminazione. Senza
Brunson, New York non avrebbe avuto nemmeno quella chance di farcela. Deludenti
Julius Randle (15 punti con 3/14 al tiro) e RJ Barrett (11 punti, 1/10 dal
campo), che hanno lasciato l’ex play dei Mavericks solo contro il mondo. Gli
Heat hanno sofferto ma hanno risposto colpo su colpo ai Knicks, cercando di
eguagliarli in ogni dettaglio, giocata o mini parziale. Sono rimasti lì fino a
che New York non ne ha avuto più mentalmente, perché sapevano che prima o poi
avrebbe commesso un errore. Per Jimmy Butler 24 punti, 8 rimbalzi e 4 assist,
mentre Bam Adebayo ha firmato 23
punti, 9 rimbalzi e 2 recuperi. Che sia Boston o Philadelphia, gli Heat partono
comunque sfavoriti ma sono totalmente in fiducia perché sanno che, dopotutto,
niente per loro è impossibile. La palla a due di gara 1 delle Eastern
Conference Finals sarà nella notte italiana tra mercoledì 17 e giovedì 18
maggio alle ore 2.30.
Los Angeles Lakers - Golden State Warriors 122-101 (4-2)
Una vittoria a San Francisco e tre, su tre partite
giocate, a Los Angeles. I Lakers massimizzano il fattore campo, controllano
gara 6 dall’inizio alla fine ed eliminano i Golden State Warriors, campioni
uscenti e forse davvero alla fine di un ciclo. Un successo che si porta dietro
come un microcosmo tutti i temi emersi in questa serie. A partire dalla difesa
dei Lakers, che nella postseason è salita di livello per organizzazione e
agonismo, e ha fatto la differenza, specialmente se contrapposta a quella sfatta
e discontinua dei Dubs. E poi il dominio mentale di LeBron James (30 punti, 9 assist, 9 rimbalzi, 2 recuperi e 1
stoppata in 43’), sempre controllato, sempre sul pezzo in ogni singolo
possesso. Una calma serafica e, allo stesso tempo, uno strapotere tecnico di
livello impareggiabile. Fondamentali anche in gara 6 gli strappi di Anthony Davis (17 punti, 20 rimbalzi, 3
assist, 2 recuperi e 2 stoppate), l’uomo in più che ha orientato nettamente la
serie in favore dei gialloviola, così come il contributo del supporting cast,
tra tutti quello di Austin Reaves. I
Lakers l’hanno vinta restando fedeli a sé stessi e spingendo forte, soprattutto
nel 2° tempo, quando i Warriors si sono persi come da copione nelle loro
inguaribili difficoltà, palesatesi lungo tutta la stagione. Steph Curry, eroico durante questi
playoff, ha chiuso con 32 punti ma ha tirato 4/14 da tre. Wiggins non era in
buone condizioni fisiche, Poole è stato praticamente impalpabile (si vede che
ha la testa da un’altra parte) e “Game 6 Klay” Thompson (8 punti, 3/19 dal
campo e 2/12 da tre) non si è proprio presentato all’arena. La squadra di coach
Steve Kerr ha tirato complessivamente 39/103 (37.9%) e 13/48 dall’arco (27.1%).
Una prestazione che soprattutto dal punto di vista del carattere e delle idee
non ha nulla a che vedere con l’ideologia e i principi professati da questa
meravigliosa e vincente dinastia in questi anni. Per i Lakers, invece, ora
viene il bello. Gara 1 delle Western Conference Finals contro i Nuggets di
Nikola Jokic (rematch delle finali giocate nella bolla di Orlando nel 2020) è
fissata a Denver nella notte italiana tra martedì 16 e mercoledì 17 maggio alle
ore 2.30. Il sogno ora è lì davanti, più concreto che mai, e LeBron non vuole
lasciarselo sfuggire.
Nessun commento:
Posta un commento