Un Al Horford assolutamente surreale e la decisa accelerazione nel quarto periodo permettono ai Celtics di conquistare il successo in gara 4 e di pareggiare così in conti in una serie che torna a Boston sul 2-2. Il veterano di Boston griffa la sua miglior prestazione nella postseason con 30 pesantissimi punti, Tatum torna in carreggiata dopo la brutta prova offerta in gara 3 e i Celtics, con 43 punti nel quarto periodo, cambiano direzione al match e vanno a vincere sul parquet di Milwaukee.
Un successo figlio delle scelte coraggiose di coach Udoka il quale, dovendo rinunciare all’acciaccato Robert Williams, regala minuti e opportunità offensive a Horford, che riporta il vantaggio del fattore campo nella mani dei Celtics. Grande intensità già dalla palla a due con le difesa che hanno la meglio sugli attacchi. I Celtics non riescono a trovare ritmo dalla lunga distanza nonostante creino buone conclusioni, dall’altra parte Holiday e il solito Giannis, che quando attacca il ferro è immarcabile, portano avanti i campioni in carica.
Il match stenta a decollare soprattutto per merito delle difese che soffocano gli attacchi ma nel secondo periodo Boston inizia a prendere fiducia dalla lunga distanza. Brown e Tatum trovano il canestro, i Celtics riprendono Milwaukee e arrivano al riposo in ritardo di una sola lunghezza dopo aver disputato un primo tempo non particolarmente brillante a livello offensivo. Le cose cambiano però nel terzo periodo. Giannis inizia a lasciare il proprio marchio sul match, Portis e Lopez danno una mano in attacco e i Bucks producono la loro miglior pallacanestro, arrivando al vantaggio in doppia cifra.
Proprio quando Milwaukee sembra essere sul punto di decollare arriva però l’Horford che non ti aspetti a scombussolare i piani del campioni in carica. Il 35enne accende l’attacco dei Celtics e spinge la squadra ospite al parziale di 10-0 in apertura di quarto periodo, chiuso da una perentoria schiacciata, condita da fallo, in faccia a Giannis, che cambia la direzione del match e riporta davanti la squadra ospite. Con Brown in panchina con cinque falli a carico Milwaukee risponde con i canestri di Lopez e Giannis ma Horford non ha ancora finito il suo show e, supportato da un Tatum che cancella così la bruttissima prova di gara-3, diventa decisivo nel break di 14-2 che porta i Celtics al +10 e zittisce il Fiserv Forum. Il resto è accademia e Boston così pareggia i conti nella serie.
Troppo Curry
per Memphis. L’uomo franchigia di Golden State segna 18 dei suoi 32 punti
nell’ultimo quarto e così i Warriors vincono in volata salendo 3-1 e ipotecando
la serie di secondo turno playoff. Erano sotto di 12 punti nel quarto periodo,
mai avanti sino a 45” dalla fine. Ma segnano addirittura 39 punti negli ultimi
12’ dopo averne realizzati appena 38 nel primo tempo.
Memphis si inceppa sul più bello. Era 20-5 di record senza Morant, e dimostra
una volta di più perché: corale, compatta, difende forte ed esibisce un lucido
Tyus Jones come regista titolare. Ma nel finale punto a punto le manca il
solista che faccia la differenza con la pressione e la difesa addosso. Brooks
incappa in una prestazione offensiva persino grottesca: inventa modi sinora
sconosciuti per affossare la propria squadra. È il miglior difensore dei suoi
avversari. Ah, a proposito: tanto per cambiare Dray Green griffa il gioco
decisivo nella propria metà campo: stoppa la tripla di Jackson sul +3 nei
secondi finali.
Coach Kerr positivo al test Covid, al suo posto da capo allenatore di serata Mike Brown, che si è appena accordato
per diventare, per 4 anni, il prossimo allenatore dei Sacramento Kings.
Surreale. Morant come da previsioni
non riesce a recuperare dall’infortunio al ginocchio destro patito in Gara 3 in
occasione del contatto con Poole, è incappucciato in una felpa grigia. Nel finale
lo si vede sorridere garrulo in panca mentre i suoi vanno sotto, rimontati
clamorosamente.
Il punteggio è 41-38 Memphis a metà gara. Gli ospiti ottengono i primi 24’ che
vogliono: punteggio basso, Jones, il sostituto in quintetto di Morant, con 10 punti,
Adams, rilanciato titolare, con 10 rimbalzi. I Warriors tirano con appena il
33%, Curry ha 11 punti, a metà gara. Kyle Anderson è scatenato da realizzatore,
stasera, oltre le solite letture ispirate anche se bisticcia con i tiri liberi.
Sulla sirena del terzo quarto Bane segna il canestro del 69-62 ospite. I
Warriors tirano con uno sconfortante 5/29 da 3 punti. Poi 74-64 sulla tripla di
Jones, +10, massimo vantaggio esterno. E addirittura 76-64: la sorpresa sembra
potersi materializzare. Ma un paio di triple di Porter riportano sotto Golden
State. Brooks, fischiassimo al Chase Center, per il fallo che ha infortunato
Payton, ne combina di tutti i colori in attacco: scheggia il canestro in ogni
modo possibile, inanella palle perse. Curry pareggia sul 90 pari con 3’ da
giocare e porta avanti i suoi per la prima volta nella serata con 45” sul
cronometro. Jackson si mangia un canestro comodo, ancora Curry in lunetta sigla
il +3. Poi Jackson prova la tripla per il pari, ma è stoppato da Green. Game
over. Gara 5 mercoledì notte in Tennessee.
Milwaukee Bucks – Boston Celtics 108-116 (2-2)
Golden Statw Warriors – Memphis Grizzlies 101-98 (3-1)
Nessun commento:
Posta un commento