Non solo talento anche tanta personalità, Denver non
fa sconti e Miami si deve arrendere, incassando così la sua quarta sconfitta
casalinga consecutiva di questa postseason. Con una chiara dimostrazione di
superiorità i Nuggets arrivano a un passo dal traguardo vincendo gara 4 e
portandosi così a un passo dal traguardo. Il Larry O’Brien Trophy adesso è
vicinissimo e può diventare realtà per la squadra del Colorado con un successo
in gara 5. Denver difende alla grande nella ripresa, riceve una produzione
fondamentale da parte di giocatori come Gordon (27 punti) e Brown (21), e alla fine va a vincere in
scioltezza nonostante i problemi di falli di Jokic nell’ultimo quarto.
Denver parte con la giusta intensità difensiva e rende
decisamente complicata la vita all’attacco di Miami. Dall’altra parte del campo
però i Nuggets ci mettono un po’ a carburare. I padroni di casa faticano a
trovare ritmo anche perché incappano in evitabili turnover. Porter Jr. non
riesce a scrollarsi di dosso i problemi al tiro della serie e sembra insicuro
ogni volta che tenta una conclusione, con l’ingresso di Brown al suo posto le
cose per Denver migliorano, e non è un caso, e gli ospiti arrivano al +7. Si
sveglia però Butler e il finale del primo quarto appartiene agli Heat. Miami
chiude la frazione con un parziale di 10-2, griffato da un Butler che firma
sette punti e, sulla sirena, realizza la tripla del sorpasso.
I Nuggets così si ritrovano sotto all’inizio della seconda frazione ma ci pensa
Gordon ad accendere l’attacco degli ospiti. L’ex Magic non solo attacca il
ferro ma trova anche due triple molto pesanti. Con Vincent e Strus in grande
difficoltà, Spo si affida a Lowry e il veterano di Miami risponde presente
tenendo, con la sua produzione, gli Heat in scia. Jokic si mette a segnare sia
da sotto che dal perimetro, Murray balbetta ma Denver resta davanti. I
movimenti di Adebayo nella zona pitturata creano problemi alla difesa dei
Nuggets, Butler si fa sentire ma Gordon (15 punti nel secondo periodo) è
implacabile e la truppa di coach Malone arriva così al +9 prima di rallentare
nel finale del primo tempo. Miami in un modo o nell’altro così riesce a
limitare i danni, arrivando al riposo in ritardo di quattro lunghezze.
L’ottima circolazione di palla a inizio ripresa regala buoni tiri ai Nuggets.
Porter Jr. prova a tornare mi carreggiata con due canestri da sotto consecutivi
e Denver arriva al vantaggio in doppia cifra. L’improvvisa accelerata di Love
aiuta Miami che diventa però troppo confusionaria in attacco. Nove punti dell’ex
Cavs non bastano, Denver resta lontana con un Jokic che fa sempre la cosa
giusta in attacco. Gli Heat pur con fatica riescono a restare in scia ma un
Gordon in grande serata firma gli ultimi sette punti del terzo periodo della
squadra del Colorado, regalando ai Nuggets il +13. Denver sembra totalmente in
controllo del match ma due rapidi fischi a Jokic, il secondo, gentile
concessione di Scott Foster, decisamente dubbio, costringono coach Malone a
riportare in panchina il serbo con cinque falli a 9’24’’ dalla sirena. Il
pubblico si fa sentire, Miami capisce che deve spingere e con l’orgoglio la
squadra di casa si avvicina, arrivando al -5 con il gioco da tre di Butler.
Denver non si scompone e con una tripla pesantissima Murray zittisce il Kaseya
Center. La difesa dei Nuggets non concede più nulla e in attacco un ottimo
Gordon e un Brown che con i suoi 21 punti dalla panchina fa la differenza
mandano al tappeto gli Heat. Denver si potrà quindi giocare il suo primo match
point davanti al pubblico amico lunedì in gara 5.
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