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George Karl è il nuovo allenatore dei Sacramento Kings. Sostituisce l’esonerato Ty Corbin, cui sono state fatali le 13 sconfitte nelle ultime 15 partite, oltre ad un record di 18-34 che piazza i californiani al 12° posto in Western Conference.
Nato a Penn Hills (Pennsylvania) il 12 Maggio 1951, Karl si forma a North Carolina e gioca 4 anni con gli Spurs.
A San Antonio inizia la sua carriera di allenatore, come assistente, mentre da head coach inizia in CBA, coi Montana Nuggets, dove resta 3 anni e dove viene nominato per due volte allenatore dell’anno.
In NBA esordisce a Cleveland (1984-1986) e prosegue a Golden State (1986-1988), allena anche in Europa, due stagioni al Real Madrid, dove vincerà una Coppa delle Coppe nel 1992.
L’avventura europea anticipa il suo avvento sulla panchina dei Seattle Supersonics: allena 6 stagioni nella città che diede i natali al grande Jimi Hendrix, è una delle squadre più forti che si ricordino, soprattutto negli anni 90 (l’asse Payton-Kemp, ma anche Eric Snow, Nate McMillian, Schrempf ed Ervin Johnson), nel 1996 raggiungono l’apice, dominando la Western Conference (64-18 il record), arrivando fino alla finale NBA, ma avendo lo stesso problema che, in seguito, avranno gli Utah Jazz, e che prima hanno avuto Lakers, Blazers e Suns, vale a dire Michael Jordan, e quei Chicago Bulls del doppio three peat, una delle reali squadre più forti della storia della pallacanestro mondiale.
Lascia Seattle per i Milwaukee Bucks, dove resta fino al 2003 conducendo la squadra per 3 volte ai Play Off, sfiorando la finale nel 2001, quando verranno eliminati, nelle Final Conference, 4-3 dai 76ers di Allen Iverson. Erano i Bucks di Sam Cassell, Glenn Robinson e , soprattutto, Ray Allen.
Nell’estate del 2005 lo ingaggiano i Denver Nuggets, e sarà un’altra lunga avventura: in Colorado resta 8 stagioni, non tutte vissute al massimo perché, nel frattempo, deve sconfiggere un tumore alla prostata, ma necessarie a sfiorare un’altra finale NBA, visto che, nel 2009, arriva fino alle Final Conference, che però perde (4-2) contro i Lakers futuri campioni.
Karl, che nella sua carriera è stato anche commissario tecnico della Nazionale americana, nel 2002 (un deludentissimo sesto posto ai Mondiali casalinghi di Indianeapolis), si lega ai Kings con un quadriennale da 15 milioni di dollari complessivi, nonostante l’iniziale ostracismo di DeMarcus Cousins, stella della squadra che, secondo voci vicine allo spogliatoio, non aveva posto l’iniziale veto sull’arrivo di Karl. Caso rientrato, forse anche grazie al consiglio di Gary Payton: “George Karl is your man. The coach will make you once again and you’ll become an All Star player from 100 million dollars.” E se lo dice “The Glove”.
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