mercoledì 11 marzo 2015

L'Orlandina colleziona imprese

da sito ufficiale Orlandina Basket:


L'Orlandina colleziona imprese 
Paolo Cuomo - Gazzetta del Sud 

Un'impresa dedicata a un angelo volato in cielo. Una partita ricca di orgoglio, giocata con cuore e cervello. Andrea, da lassù, avrà tifato e, alla fine, applaudito, promuovendo l'esordio di Tyrus McGee - una guardia molto interessante - e le tante buone cose che, soprattutto nell'ultimo quarto, hanno permesso all'Orlandina di sbancare un parquet storico come quello del "Pala-Maggio". Di più e di meglio la squadra non poteva davvero fare per onorare il ricordo di un piccolo eroe. 


LA MAGIA Sì, è vero, puoi essere in crisi perché hai perso male quattro partite consecutive e oltre alle critiche e alla naturale preoccupazione per la classifica, cominciano ad affiorare malumori e dicerie. E puoi essere in confusione perché nello spazio di 10 giorni mandi via, uno dopo l'altro, i due esterni americani su cui avevi scommesso, senza firmare i sostituti in tempo per la delicata trasferta di Avellino. Ma se ti chiami Capo d'Orlando, niente paura. Ogni discorso è relativo. Sempre. Perché al momento giusto, dalla tempesta verrà sicuramente fuori un bell'arcobaleno. Che in questo caso, ha riportato la squadra lì dove avevamo previsto a bocce ferme: cioè in piena corsa per centrare il decimo posto finale e davanti a quella Varese che, ora che l'idolo (ex?) Pozzecco si è dimesso, è stata però declassata a normale avversaria. Sulla salvezza ormai in cassaforte, non abbiamo molto da aggiungere perché per noi era un discorso chiuso già più di due mesi fa. Il lungo passaggio a vuoto di inizio anno - causa presenza di "mele marce" in spogliatoio (ma a chi ha la memoria corta ricordiamo che nelle 6 affermazioni del 2014 il tanto vituperato Austin Freeman ha prodotto 21.2 punti di media con il 47% da 2 e il 50% da tre) - è stato spazzato via da due prestazioni perfette in Campania, approfittando dei problemi altrui con la concretezza tipica delle grandi squadre e grazie a una "zona bulgara" che non vedevamo da tempo. Questa è Capo d'Orlando, magia allo stato puro. Capace di ottenere la permanenza in tutte e quattro le stagioni disputate in Serie A; di stravincere a suon di imbattibili record un torneo di Legadue affrontato da ripescata; di percorrere, per due volte nel terzo millennio, partendo sempre dal basso, i gradini della scala che porta all'Olimpo del basket nazionale; di lanciare un allenatore (Meo Sacchetti) diventato il migliore d'Italia, un giocatore che ha fatto epoca (Terrell Mclntyre) e tanti primattori a livello europeo (Drake Diener, SammyMejia, CJWallace). 

I MOTIVI DELLA METAMORFOSI Evidenziato necessariamente che la deludente Avellino, arrivata a 9 sconfitte in 10 partite ha un organico di pregio ma non ha mai avuto un'identità e che Caserta, se le togliamo Domercant (che domenica era pure assente) e Ivanov, è una formazione che avrebbe faticato nella competitiva Serie Bl del recente passato, i meriti di Capo d'Orlando sono enormi. E il filo del discorso porta a una coppia di "vecchietti terribili" (Teo Soragna è escluso perché è stato spesso tra i più bravi). Prendiamo, quindi, il rinato Gianluca Basile. Nelle ultime tre vittorie (Venezia compresa) è partito in quintetto giocando una media di 33 minuti, con 11 punti, 4-7 da 2, 9-16 da 3, 5.3 assist e oltre 18 di valutazione. Numeri eccezionali che cancellano in un amen una stagione nel complesso incolore e dimostrano che i 40 anni, per lui, non sono l'età giusta per la pensione. Insomma, conquistato lo "starting five" e riacquistate autorità e sicurezza, in un momento di difficoltà generale e con il peso delle responsabilità, l'argento olimpico ha ripreso a dispensare perle di classe. E adesso sarebbe un errore farlo partire nuovamente dalla panchina: Folarin Campbell, lo dice la sua carriera, è un "sesto uomo" di professione e anche in Sicilia potrà continuare a farlo. E passiamo a Sandro Nicevic. Non è un caso che dal suo rientro, dopo il lungo stop per infortunio, le cose siano cambiate. Tre esibizioni a 10.7 punti di media, 14.7 di valutazione, il 61% da 2,4.6 rimbalzi, a cui aggiungere difesa e leadership. Il protagonista assoluto del 2. posto della scorsa stagione ha ripreso a dominare e con il livello che c'è oggi potrà farlo ancora per un quinquennio, più o meno fino al compimento dei 44 anni! L'allenatore Giulio Griccioli in silenzio, senza piangersi mai addosso e studiando tutte le soluzioni tattiche per sopperire alla continua emergenza, sta centrando un obiettivo dietro l'altro, compreso quello di scacciare qualche fantasma di troppo. E ora che potrà guidare una squadra finalmente al completo, è pronto a stupire una volta di più in un finale di regular season che, con la leggerezza dell'essere, potrà diventare entusiasmante. 

IL FUTURO Adesso si torna a giocare in casa per affrontare Pesaro. Il ritorno alla vittoria, dopo i brutti ko con Bologna e Cremona, è d'obbligo per provare a far diventare realtà il traguardo del decimo posto. Poi si potrà pensare con lungimiranza e in largo anticipo al consolidamento della società. La Serie A è un patrimonio sportivo e sociale di assoluto valore e mantenerlo senza correre rischi, sarà il successo più importante che Capo d'Orlando potrà ottenere.

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