Dieci anni dopo il primo scudetto della Fortitudo Bologna (quello dell'instant replay, datato 2005), tocca alla Dinamo Sassari esordire nell'albo d'oro del campionato italiano.
Quella andata agli archivi è stata una
serie di finale a dir poco entusiasmante, nella quale l'esito di ogni
singola partita non è mai stato scontato, neanche quando in gara-7
la Grissin Bon ha chiuso il primo quarto avanti sul 21-4, tanto per
fare un esempio.
Ma prima di celebrare i campioni,
parliamo degli sconfitti. Che poi sconfitti non rende
giustizia alla Reggiana, alla quale avrebbero dovuto assegnare metà
di questo scudetto.
Reggio, nell'estate del 2014, era stata
costruita per andare certamente più in là del diplomatico ben
figurare; gli ingaggi di giocatori quali Diener, Polonara, Darjus
Lavrinovic e Della Valle, aggiunti a Cinciarini, Kaukenas e ai
giovani cresciuti nel vivaio reggiano (Mussini, Pini, Cervi e
Silins), lasciavano intendere che la Reggiana aveva tutte le
intenzioni di sparigliare le carte ai vertici del campionato.
Ciò che nessuno si sarebbe aspettato,
però, è l'incredibile vortice di infortuni nel quale è caduta la
squadra, che ha tormentato Menetti fino all'ultima partita di finale,
con i problemi occorsi a Silins e Lavrinovic. Diversi sono stati,
infatti, gli infortuni che hanno colpito il roster della Reggiana
nell'arco della stagione, tanto che la dirigenza, in un paio di
occasioni, ha anche dovuto ricorrere a delle soluzioni-tampone
(Taylor e Ksistof Lavrinovic, scesi in campo, rispettivamente, in 18
e 19 partite, tra campionato ed Eurocup). Dunque non sappiamo quale
sarebbe stato il campionato ed il cammino in post-season della
Grissin Bon senza infortuni; però quello che sappiamo è che,
nonostante tutto, la forza del gruppo ha prevalso su ogni altra cosa,
permettendo a Reggio Emilia di concludere la regular season al terzo
posto e di arrivare ad un canestro dal primo storico scudetto (vedasi
i due tiri di Cinciarini sulla sirena del quarto quarto e del primo
overtime di gara-6). Un po' più deludente è stata la prova in
Europa, dove la squadra non ha saputo bissare la vittoria
dell'Eurochallenge nel 2014, vendendo eliminata al primo turno di
Eurocup.
Le finals scudetto hanno visto
prevalere il fattore campo per le prime sei gare; un'altra medaglia
al merito di Reggio è rappresentata dal fatto che le gare al
PalaSerradimigni sono state delle vere e proprie battaglie giocate
all'ultimo sangue, molto più di ciò che è accaduto, invece, al
PalaBigi, dove i padroni di casa hanno vinto, se vogliamo, abbastanza
agevolmente, soprattutto le prime due gare (chiuse con un +19 ed un
+13).
Futuro. Abbiamo detto che la forza
della Grissin Bon, in questa stagione, è stata la forza del gruppo;
i tifosi saranno certamente contenti e rassicurati del fatto che il
nucleo di questo gruppo (Cinciarini, Diener, Della Valle, Polonara e
Pini) calcherà ancora il parquet del PalaBigi, nella prossima
stagione. Ci sono buone possibilità che a questi giocatori si
aggiunga anche Cervi, anche se è nel mirino di Milano, mentre
incerto è il destino dei lituani Kaukenas e Lavrinovic, che sono in
scadenza. In scadenza anche Chikoko, apparso un po' acerbo, in
verità. Quanto a Mussini e Silins, il primo, che durante la finale
ha sostenuto l'esame di maturità, potrebbe sbarcare in Ncaa
(Villanova e St. John's su di lui), forte anche dell'esperienza al Nike Hoop Summit di aprile, il secondo, invece, potrebbe giocarsi la
carta-Nba oppure approdare in qualche club europeo di primo livello.
Se la Grissin Bon non è riuscita a
portare a casa nessuna delle partite giocate in Sardegna, lo si deve
soprattutto alle folate offensive di Logan e Dyson, autentici
trascinatori del Banco Sardegna Sassari. Il primo si è reso
protagonista in gara-3, quando ha messo a referto 17 punti di fila
(con cinque triple) nel quarto quarto, consentendo ai suoi di
rimontare dal -13; il secondo, invece, è stato fondamentale in
gara-4, con 28 punti in 38 minuti i gioco. Entrambi, poi, sono stati
decisivi sia nel terzo overtime di gara-6, sia negli ultimi minuti di
gara-7. A completare il quadro, un Sanders (nominato Mvp della
finale) da 16,1 punti e 6,6 rimbalzi ed un Lawal a dir poco sontuoso
(12,3 punti e 12,5 rimbalzi), autore di gare da 17+21 e 25+16.
Con la vittoria dello scudetto, il
Banco Sardegna si è imposto come vero e proprio dominatore del
campionato, completando il triplete inaugurato con le vittorie
in Supercoppa e Coppa Italia, sempre a spese di Milano. Ma, a
differenza di quello che è accaduto con Siena negli ultimi dieci
anni, quando il Montepaschi oltre a vincere tutto, concludeva la
regular season con pochissime sconfitte, Sassari ha vissuto una
stagione da alti e bassi, con il vistoso calo nella parte finale del
girone di ritorno che ha fatto sprofondare i sardi dal gruppo delle
seconde alla quinta posizione in classifica. Poi nei playoff la
trasformazione.
Primo step: Trento. Sacchetti,
nell'immediato post-partita di gara-7 contro Reggio, ha dichiarato ai
microfoni della Rai che la partita-chiave di questi playoff è stata
gara-2 contro la Dolomiti Energia. Quella partita consentì alla
Dinamo di ribaltare il fattore campo, dopo la sconfitta in gara-1,
potendo chiudere la serie in casa, nelle successive due partite.
Poi la battaglia con Milano, quella
che, anche alla vigilia della serie con Reggio Emilia, avevamo
definito finale anticipata, non rendendo giustizia alla
Grissin Bon. La serie con l'EA7, vissuta sulle montagne russe, è
emblematica di tutta la stagione sassarese.
Inoltre, i playoff della Dinamo
ricalcano, per certi versi, quelli del Montepaschi Siena di due anni
fa, annata 2012/13. All'epoca i senesi partirono dalla quinta piazza,
vincendo tutte e tre le serie con il fattore campo a sfavore; non
solo, ma in quella edizione dei playoff Siena si aggiudicò due
gara-7 in trasferta. Sassari è riuscita a ripetere l'impresa di
Siena, possibilmente facendo anche meglio, dato che le due gara-7
vinte dal Banco si riferiscono ad una semifinale e ad una finale
(Siena le vinse ai quarti ed in semifinale).
Ma se in Italia ha vinto tutto, in
Europa Sassari ha deluso non poco. Per carità, non andare oltre la
regular season di Eurolega ci può anche stare, ma concluderla 1-9 è
troppo; la Dinamo, poi, non è stata neanche in grado di superare le
Last 32 di Eurocup. Insomma, una stagione europea fallimentare. Ma
Sassari avrà certamente modo di rimediare nei prossimi anni.
Futuro. Le probabilità che il Banco
Sardegna ponga le basi per una dinastia sono molto ridotte, almeno
per quanto riguarda la possibilità di contare su un roster duraturo.
Già durante i playoff, infatti, è arrivata la notizia che Lawal ilprossimo anno saluterà di nuovo il campionato italiano per approdarein Spagna, direzione Barcellona, e molto probabilmente coach
Sacchetti perderà anche Sanders. Per sostituire i due, sono stati
individuati Christian Eyenga (già visto a Varese) e Ronald Roberts
(D-League e Filippine per lui, quest'anno). Confermato, invece, lo
zoccolo duro italiano (Chessa, Sacchetti, Devecchi e Vanuzzo).
Stats. Con 19 gare, in questi playoff
Reggio Emilia ha disputato il 100% delle partite (5 contro Brindisi e
7 contro Venezia e Sassari)... 94,7% per la Dinamo che ha giocato una
gara in meno, 18 (4 con Trento e 7 con Milano e Reggio)... in tutto
il tabellone sono state giocate 38 partite su 41 (92,7%)... in finale
lo scarto medio è stato di 7,4 punti... 4 punti tondi, se si
considerano solo le ultime cinque partite... l'high è stato
il +19 di Reggio in gara-1, mentre lo scarto più basso è il +2 di
Sassari in gara-7... una sola vittoria in trasferta (14,3%), che è
quasi la metà (26,8%) rispetto all'intero tabellone playoff (11/41).
Il riepilogo di tutti i playoff QUI.
Nessun commento:
Posta un commento