venerdì 15 gennaio 2016

Manital Torino, alla scoperta di Charlon Kloof


da sito ufficiale Auxilium Cus Torino:

ALLA SCOPERTA DI CHARLON KLOOF


Sei fratelli, una figlia di 1 anno e 4 mesi avuta da una relazione ormai archiviata, il basket nel sangue da quando aveva 8 anni e si avvicinò alla palla a spicchi perché alcuni suoi cugini giocavano. A 18 anni l’addio al Suriname, terra d’origine, per andare un anno in Olanda e poi al College: “Mi ha cambiato la vita – sottolinea oggi il nuovo play-guardia dell’Auxilium Cus Torino, Charlon Kloof – perché sei in America e tutto è più grande. La pallacanestro là è vita ed il pubblico non permette mai che ciò si dimentichi”. A Torino solo da due giorni, ma con le idee precise: “Sono pronto a fare tutto ciò che la squadra e la società mi chiederanno. Difenderò, attaccherò, prenderò rimbalzi o passerò. Il tutto per il bene di Torino e con l’obiettivo di agguantare i playoff. Sarebbe bello riuscirci e darebbe lustro al mio arrivo in Italia. Voglio mettermi in luce e sfruttare pienamente l’occasione che mi è stata data e per la quale ringrazio la società, il suo Presidente e tutta la dirigenza. Ho riscontrato subito una grande professionalità, in tutti e questo è positivo perché viene trasmesso ai giocatori che scendono in campo”. 
La prima, quella di domenica a Reggio Emilia, sarà subito un’uscita ad alto rischio. Come la immagina il giocatore classe 1990 di nazionalità olandese?: “Non penso tanto al valore degli avversari, piuttosto a far bene indipendentemente da tutto e tutti. Arrivo dal Suriname – sorride – e molti non sanno nemmeno dove sia. Anche per questo devi essere sveglio a cogliere le opportunità”. Quale l’obiettivo di carriera?: “Riuscire a dare il massimo del mio potenziale. Mi considero ancora in progresso e pertanto ho fiducia in tal senso”. 
Che impressione, ieri al primo allenamento, del PalaRuffini?: “Positiva – ha concluso Charlon – e voglio immaginarlo colmo di gente per le nostre imprese”. Poi via con il Team Manager Marco De Benedetto a curare alcuni dettagli che al secondo giorno di presenza in squadra tali non sono (vedi i plantari per le preziose calzature), prima dell’allenamento pomeridiano. Naturalmente con un sorriso e uno sguardo ben piazzato al domani, immediato e a più lunga gittata. 

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