domenica 14 febbraio 2016

NBA, All Star Week End: Towns, Thompson e LaVine re dei contest


Si è chiusa anche la seconda serata dell'All Star Week End che si sta disputando a Toronto.
Steph Curry non ce la fa a difendere il titolo dell'anno passato e a confermarsi re della sua specialità, il tiro da tre punti: in stagione è già a quota 245 triple realizzate, con un passo perfetto per sbriciolare, per la terza stagione consecutiva, il suo personale primato. Ma all'Air Canada Center deve cedere lo scettro. Buffo che a batterlo sia Klay Thompson, compagno, anzi "fratello" di squadra, parte degli "splash brothers", anche lui maestro del ramo, che l'anno passato aveva perso in una finale quasi identica. Buffo, perché Klay, secondo nella classifica delle triple, è già staccato di ben 84 tiri. Ma questa è una gara secca e tutto può succedere. Infatti succede: finisce 27 a 23 per Thompson, che infila tutti e cinque i palloni pesanti dell'ultimo carrello. Curry, però, si era già salvato per un capello nella fase eliminatoria, quando aveva ottenuto la qualificazione alla finale con l'ultimo pallone a disposizione, uno di quelli da due punti. Il terzo incomodo della finale, altrimenti un duello in famiglia, era il 19enne dei Suns, Devin Booker, il più giovane partecipante nella storia di questa gara, che si piazza terzo.

Ci vogliono due tie-break per spezzare la parità e avere il verdetto finale nella gara delle schiacciate: non era mai successo. Ma il pubblico sperava che si andasse avanti ad oltranza, visto la qualità dello spettacolo. Merito di Zach LaVine, il campione in carica che si ripete (come solo Michael Jordan nel 1987 e nel 1988, Jason Richardson nel 2002 e nel 2003 e Nate Robinson nel 2009 e 2010), e di Aaron Gordon: entrambi meravigliosi. Anzi, la creatività e l'esecuzione di un paio di schiacciate di Gordon avrebbero forse meritato qualcosa di più. Ma il giudizio è puramente soggettivo e il consiglio è di andare a godersi i video. Perché non è semplice raccontare il senso di una sfida così e la difficoltà di queste acrobazie solo con le parole. Ci proviamo con un paio di esempi. Gordon va a rubare la palla dalla mano della mascotte dei Magic, Stuff, che sta ruotando su dei pattini a 360°; poi la sbatte nel canestro in giravolta. La migliore di LaVine: viene assistito dal compagno Andre Miller che gli alza il pallone e lui lo va a prendere dopo una lunga rincorsa "volando" dalla lunetta. Sì, alla Jordan. La giuria composta da Gervin, Magic, Shaq, McGrady e Mutombo sforna "perfect score" in serie: 50 a testa, ripetuto per ben sei volte. Mai accaduto neppure questo. Fra gli eliminati, merita una menzione la fantasia di Andre Drummond che si fa servire l'assist con i piedi, in tacco, da Steve Nash. Applausi per tutti.

Nello skill challenge, cioè la prova di abilità sul palleggio, il passaggio e il tiro, c'è una sorpresa assoluta. Karl-Anthony Towns, prima scelta assoluta dell'ultimo draft, e soprattutto ala forte, dunque lungo e con meno dimestichezza (in teoria) con la palla batte Isaiah Thomas, che aveva eliminato in agilità Mudiay e McCollum.

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