martedì 5 aprile 2016

Serie A: il Pagellone della 26° giornata




GENNARO DI CARLO voto 10: sarà che le favole sono sempre bellissime, sarà che quando Davide batte Golìa ci emozioniamo sempre, soprattutto nello sport, sarà che quando cadono gli (apparentemente) imbattibili il rumore è sempre più forte, insomma, come cantava Tiziana Rivale, sarà quel che sarà, ma Capo d’Orlando sconfigge Milano nel catino del Pala Fantozzi e conserva 4 preziosissimi punti di vantaggio sull’ultimo posto della classifica.
Una squadra che, dal 28 Dicembre 2015, ha letteralmente cambiato faccia. Non è una data a caso, ma è il giorno in cui il signore in questione ha poggiato le sue terga sulla panchina paladina.
Da lì una netta inversione di tendenza, sono arrivate ben 7 vittorie su 12 partite, un’escalation che ha visto i siculi passare dall’ultimo all’11° posto. Merito anche di un mercato di riparazione importante (gli arrivi di Boatright e Nankivil) e di alcuni recuperi di rilievo (Ilievski, Jasaitis e Nicevic), ma merito, soprattutto, di questo ragazzo, che ha saputo toccare le corde giuste, soprattutto a livello caratteriale e motivazionale, girando completamente la stagione orlandina.
Poi è casertano d.o.c., quindi mi sta ancora più simpatico (debolezza personale), tanto di guadagnato. CONDOTTIERO.

CONSULTINVEST PESARO voto 9: la sconfitta del sabato di Pasqua contro Caserta sembrava il classico pugno del k.o.
Nient’affatto, i marchigiani vanno a Venezia e centrano una vittoria assolutamente inaspettata e impronosticabile alla vigilia. Gagliarda, nelle modalità, visto che Pesaro la centra in rimonta (sotto di 8 punti a 2 minuti dalla fine), quando il baratro sembrava vicino e lo spettro dell’ultimo posto iniziava ad aleggiare sulle teste dei ragazzi di Paolini.
Che però hanno fatto di necessità virtù, poggiandosi sulle possenti spalle del totem Lydeka (21 punti e 12 rimbalzi) e ritrovando in Daye e Lacey degli autentici alfieri.
La corsa alla salvezza continua, sotto a chi tocca. CORAGGIOSI.

JEROME DYSON voto 8: a Torino lo stavano aspettando come gli svedesi aspettano il sole pallido dell’apparente Primavera.
Tardivo l’ex Sassari, ma tornato ai suoi livelli e nel momento topico della stagione: 25 punti (8/16 al tiro), 4 assist, 4 rimbalzi, 2 recuperi, 31 di valutazione e i lupi alle calcagna (8 falli subìti), che però si sono dovuti accontentare delle ossa.
Torino centra la sua terza vittoria di fila ed ora ci crede per davvero, visto che il penultimo (sovraffollato) posto dista soli 2 punti, impensabile fino a un mese fa, quando sembrava che si dovesse suonare il requiem in Re minore di Mozart per sancire un’annunciata retrocessione.
Niente di tutto ciò, soprattutto se il caro Jerome è quello visto l’altro ieri. VIVO E VEGETO.

CHRIS WRIGHT/BRANDON DAVIES voto 7: nella giornata in cui le “piccole” (o presunte tali) si rivoltano come non sottolineare la riscossa di Varese, che acuisce la già marcata crisi di Pistoia e, al pari di Capo d’Orlando, tiene a debita distanza la zona rossa della classifica.
L’asse a stelle e strisce di Paolino Moretti si mette all’opera: 20 punti (50% al tiro) e 4 assist il primo, 19 punti, 9 rimbalzi e ben 4 stoppate per il secondo, in versione “The Wall”, visto che dalle sue parti non passa neanche uno spillo.
L’Openjobmetis si è ritrovata (4 vittorie nelle ultime 6 partite) e ha cancellato malumori e contestazioni di inizio 2016, per loro una domenica di assoluto spessore. REDIVIVI.

DERON WASHINGTON voto 6: nella maratona da 50 minuti del Sunday Night tra Cremona e Cantù (cui mettiamo un 8 per il bello spettacolo al quale ci hanno fatto assistere) emerge il ragazzo di New Orleans, uno che, sul parquet, sa fare e fa qualunque cosa.
15 punti, 10 rimbalzi, 6 recuperi e 4 assist, probabilmente, se gli chiedete di spillarvi una birra mentre gioca, fa anche quello.
Cremona sorride al termine dell’infinita sfida ai brianzoli e, complice qualche risultato favorevole, torna terza da sola con quel secondo posto distante sempre soli 2 punti.
E il divertimento resta assicurato anche grazie al rendimento dell’ex Virginia Tech. FACTOTUM.

PASTA REGGIA CASERTA voto 5: 25 minuti onorevoli in quel di Sassari, poi la 1-3-1 di “Petersoniana” memoria attuata da Pasquini ottura le meningi bianconere, il meccanismo si inceppa e arriva la 16° sconfitta stagionale.
Dolorosa se consideriamo che quasi tutte le dirette concorrenti (4 per l’esattezza) per la salvezza hanno vinto, col distacco dall’ultimo posto che si è accorciato a soli 2 punti.
A scherzare troppo col fuoco si rischia di rimanere bruciati, nonostante le solite difficoltà di roster dovuti agli infiniti infortuni bisogna raccogliere le energie residue e provare a mettere un po’ di fieno in cascina per evitare spiacevoli sorprese, quanto meno sul campo, aspettando l’ennesima estate torrida a livello extracestistico. DOWNLOAD,

JOE RAGLAND voto 4: nell’immediata vigilia della trasferta torinese è uscita fuori la storia di qualche notte brava di troppo in zona partenopea dell’ex play maker anche di Cantù.
E vedendo la prestazione al Pala Ruffini (4 punti con 2/10 al tiro, 2 palle perse e -1 di valutazione) direi che l’alcol ingerito faceva ancora capolino nelle sue vene.
Avellino interrompe la sua striscia di vittorie consecutive, lui, magari, ci avrà bevuto su, per dimenticare. (PER) BACCO.

ODERAH ANOSIKE voto 3: arrivato a Brindisi per dare man forte al reparto interni pugliese, ha, fin qui, completamente toppato, rivelandosi un flop all’interno del flop, visto e considerato che quella di Reggio Emilia è la 24° sconfitta stagionale, in 36 partite, dell’Enel, squadra costruita con ben altre velleità e che si trova invischiata nella lotta salvezza.
E lui? 10 partite giocate (4-6 il record), 6.1 punti e 8.5 rimbalzi di media tirando col 54% da 2, impatto sperato pari (quasi) a zero, e l’Enel continua a spegnersi. BOCCIATO.

ACQUA VITASNELLA CANTU’ voto 2: diciamo, a parziale scusante, che quanto meno un po’ di cuore e grinta li hanno fatti vedere nei 50 minuti del Pala Radi, ma a quanto pare non basta.
La rivoluzione di Gennaio voluta da Gerassimenko continua a non portare i frutti sperati, la compagine brianzola è ufficialmente costretta a lottare per non retrocedere, visto che si trova nel famigerato gruppone dei “quota 20”, quello che vede l’ultimo posto, che significa A2, distante sole due lunghezze.
Che siano un album di figurine assemblato da un ricco imprenditore che pensa di fare il Fantabasket quello è fuori dubbio, che ci voglia tempo per trovare ritmo e amalgama quello anche, che rischino un “Fortitudo 2009 bis” è un fattore da considerare. Squadra sulla carta forte che però è disabituata a lottare per la vita, con giocatori non abituati a lottare col coltello tra i denti. Io non gliela voglio tirare, però attenzione…SPALLE (S) COPERTE.

PRESTON KNOWLES voto 1: mister Preston non si riprende proprio, ma per niente. Pistoia le prende anche a Varese (8° sconfitta nelle ultime 9 partite, la 4° consecutiva), lui, con una prova da 8 punti (3/10 al tiro) e 2 palle perse, completa il suo periodo “difficile” (eufemismo), fatto di 23 punti nelle ultime 3 partite (8/27 al tiro) e una vitalità e motivazione che a confronto Giacomo Leopardi è un organizzatore di eventi. E’, senza alcun dubbio, lo specchio del momentaccio pistoiese, fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori dai. BUIO TOTALE.

EA7 MILANO voto 0: la Coppa Italia, al momento, è lo specchietto per le allodole nella comunque non esaltante stagione meneghina, fatta di un’eliminazione alla prima fase in Eurolega (in un girone non acerrimo), l’eliminazione, per “trentina mano”, ai quarti di finale di Eurocup (competizione ampiamente alla portata) e 6 sconfitte in campionato, con una squadra che, almeno sulla carta, nella nostra serie A non dovrebbe avere alcun rivale, ma a quanto pare non è così.
A Capo d’Orlando si sono rivisti i limiti di una squadra che qualche volta appare insicura, senza un leader (Gentile lo sarebbe o vorrebbe esserlo, ma tra infortuni e cose varie è stato più fuori che dentro, e dati alla mano l’Olimpia va meglio senza di lui…), con problemi di comunicazione e di identità. E la cosa grave è che sembra una canzone ampiamente ascoltata. I SOLITI NOTI.

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