Un fantastico bis. L'Efes Istanbul si conferma campione d'Europa. Nel basket si chiama back to back e non succedeva dal 2012 e 2013 quando a firmarlo fu l'Olympiacos. È la vittoria di Micic e del gemello fenomeno Larkin, di Tibor Pleiss, decisivo in questa finale, ma è soprattutto il successo di Ergin Ataman, coach guru che si è formato in Italia e che, in tempi non sospetti, aveva detto: "Vinceremo anche quest'anno". E così è stato, in una finale tesa e scorbutica, segnata dall'erroraccio finale del Real che non fa fallo con 12 secondi sul cronometro stendendo il tappeto della gloria ai turchi.
Lo 0/7 dall'arco dovrebbe preoccupare il Real Madrid, ma l'Efes ha un problema più grande e si chiama Tavares. Il pivot del Real chiude un primo quarto da dominatore assoluto: 12 punti e 7 rimbalzi e allora la chiave del match è tutta lì, come limitare la pertica di Laso le cui leve fanno la differenza a rimbalzo. Il Real ne cattura 7 offensivi che pesano non poco, mentre i campioni d'Europa faticano a trovare ritmo in attacco. Vanno sotto di 7 punti, rianimati da Larkin che quando scarica a terra i suoi cavalli è infermabile e riporta i suoi nel match con 6 punti filati. Al 10' è 15-14 Real.
Nel secondo quarto gli spagnoli provano l'allungo partendo da una solida difesa in grado di contenere i due fenomeni dell'Efes. Ma quando Micic e Larkin si accendono c'è poco da fare. Una tripla di Randolph manda però il Real al riposo sul +5 (34-29). L'inerzia pare nelle mani degli spagnoli che allungano fino a +9 (40-31), ma insistono stoltamente col tiro dalla lunga quando le parabole dicono che non è serata (4/24 dopo nemmeno 30') e allora le accelerazioni al ferro di Micic riportano l'Efes a contatto (40-38). Il terzo periodo dice 42-40 Real Madrid tra tensioni, una mezza rissa tra Poirier e Anderson, e un mare di errori. L'ultima discesa si snoda su un equilibrio nervoso dove svetta però la mano fatata di Pleiss, diventato via via dominante sotto canestro. Quando Llull imbuca il -1 (57-58) a dodici secondi dalla fine il Real ha ancora due falli da spendere, così il tempo passa. Poi gli spagnoli dovrebbero mandare in lunetta i turchi per giocarsi l'ultimo possesso ma inspiegabilmente non lo fanno. E quel punto di vantaggio, alla fine, fa tutta la differenza del mondo.
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