martedì 20 febbraio 2024

Final Eight 2024: il Pagellone della Manifestazione

GE.VI. NAPOLI voto 10: Forlì, Pala Galassi, 19 Febbraio 2006. Sono passati 18 (lunghissimi) anni da quell'ultima volta che il Basket Napoli ha alzato al cielo un trofeo. Nel mezzo due fallimenti, la discesa in Serie B, fino alla rinascita, il ritorno in massima serie, due salvezze sofferte, il tutto culminato nella notte di Torino. Programmazione, lungimiranza, entusiasmo, un presidente che ci ha visto lungo, un ottimo staff tecnico e una gran bella squadra, perchè se batti Brescia (campione uscente e attuale capolista in campionato), Reggio Emilia (in rimonta e spalle al muro) e la fuoriserie Milano non sei una semplice sorpresa, ma una conferma. VEDI NAPOLI E POI...VINCI.

MICHAL SOKOLOWSKI voto 9: tornato in Italia dopo una breve parentesi turca e fortemente voluto dal suo mentore Milicic (suo allenatore anche nella Nazionale Polacca), il ragazzone di Varsavia ha risposto presente, disputando una Coppa Italia da assoluto protagonista pur non stando al top della forma fisica visti un paio di acciacchi. 13.3 punti, 7.3 rimbalzi e 3.3 assist di media nelle tre gare disputate, a cui va aggiunta una difesa di assoluto livello su tutti gli spauracchi avversari, domandare, per informazione, a Langston Galloway, tenuto a soli 7 punti e 3/19 al tiro in semifinale. Il tutto porta a tre sole semplici lettere. MVP.

IGOR MILICIC voto 8: carriera da giocatore onesta, a 38 anni decide che è già il momento di mettersi ad allenare, nell'ormai Polonia di adozione. 4 scudetti e 2 Coppe Nazionali vinte tra Wloklawek e Ostrow gli valgono la chiamata in Nazionale, ed è li che si fa conoscere al panorama cestistico internazionale, perchè i baltici, ad Eurobasket 2022, arrivano fino in semifinale dopo aver eliminato la Slovenia di Doncic ai quarti di finale. Federico Grassi lo sceglie per iniziare questa stagione a Napoli, lui deve semplicemente salvarsi, ma sa bene che la squadra che ha tra le mani vale molto di più. E infatti la conduce, al momento, al 6° posto in campionato e alla vittoria della Coppa Italia, l'impronta è difesa forte, da dove nasce tutto, e un attacco che non per forza si affida a schemi e playbook, dove però ci si passa la palla che è un piacere, spesso anche con alley oop e schiacciate da "high lights". CONDOTTIERO.

ORGANIZZAZIONE E PROGRAMMAZIONE voto 7: finalmente ce l'abbiamo fatta, un'intera manifestazione trasmessa in diretta e in chiaro, e i risultati sono stati ottimi.
4.4% di share complessivo nelle 7 partite giocate e trasmesse (ricordiamo su DMAX e NOVE, oltre che su Eurosport 1 e 2 e sulla piattaforma Discovery+), con la finalissima tra Milano e Napoli che è stata vista da 327.000 spettatori, per uno share totale del 2.2%, il doppio rispetto alla finale dell'anno scorso.
Ottima anche la risposta di pubblico alla Inalpi Arena: 40.059 spettatori hanno affollato gli spalti dell'impianto piemontese, media di oltre 10.000 spettatori al giorno e oltre 5.700 spettatori a partita. Senza dimenticare le tante iniziative come clinic per allenatori e arbitri, programmi per le scuole e tanto divertimento dentro e fuori dal campo. Insomma una festa durata 4 giorni che ha coinvolto tutti.
La strada sembra essere stata tracciata, speriamo di poter continuare così. GOOD JOB.

UNAHOTELS REGGIO EMILIA voto 6: tornava a disputare la Coppa Italia dopo 3 anni di assenza e, al primo colpo, si prende lo scalpo di lusso della Virtus Bologna. In semifinale le tocca Napoli, sembra avere la finale in mano sul +12 a poco meno di 3 minuti dalla sirena finale, poi qualcosa va storto, si spegne la luce, Napoli rimonta e trionfa all'over time, frantumando i sogni dei ragazzi di Priftis, che avevano assaporato la possibilità di disputare l'atto finale. Ma il seme è piantato (va anche detto che il roster emiliano era privo dell'ultimo arrivato Tarik Black), dopo due stagioni anonime la Pallacanestro Reggiana sembra essere tornata al punto che le compete, e ci vuole restare. RICOMINCIO DA QUI.

ESTRA PISTOIA/AQUILA BASKET TRENTO voto 5: Pistoia ritorna a giocare in Coppa Italia dopo ben 8 anni di assenza, da neopromossa e assoluta "Cinderella" della kermesse. Indubbiamente lo scontro, ai quarti di finale, non era dei più facili, contro un underdog come la Reyer Venezia, ma i ragazzi di Nicola Brienza ci sono sembrati troppo arrendevoli fin dalla palla a due, lasciando il fianco all'onda anomala lagunare, che li ha travolti ed eliminati senza pietà. Ed è un peccato considerando quanto fatto vedere, fin qui, in campionato, da una squadra sbarazzina e sfrontata, che non ha avuto mai timore di nessuno, guadagnandosi, appunto, un posto tra le magnifiche 8 di Torino. Per quanto riguarda Trento, ormai un abitueè delle Final Eight (3° partecipazione consecutiva), non ci aspettavamo certo che riuscisse ad eliminare una fuoriserie come Milano, ma quanto meno giocarsela senza lasciare il fianco ad una vittoria agevole dei meneghini, sempre nel rispetto del gioco, sarebbe cosa buona e giusta, perchè, più che a un quarto di finale, ci è sembrato di assistere ad un'amichevole, quelle Uisp però, in attesa di andare a cena appena terminato. SVUOTATI.

REYER VENEZIA voto 4: dopo aver passeggiato contro Pistoia crolla, nettamente, in semifinale contro Milano, fermando la sua corsa in semifinale. Sia chiaro, perdere contro una squadra contro Milano, in una partita "secca", ci può stare serenamente, ma è come si perde che lascia di stucco, perchè giocare una semifinale di Coppa Italia con l'atteggiamento di una domenica pomeriggio al campetto non è accettabile, anche se affronti i più forti del mondo. E finisce che ne prendi 23 senza colpo ferire, incassandone 100 e stando sotto anche di 30. PONDS DOWN.

GERMANI BRESCIA voto 3: le "rondinelle" confermano il pericoloso trend attuato dall'Olimpia Milano l'anno scorso, ovvero che il campione in carica viene eliminato ai quarti di finale.
La Germani Brescia conferma questa regola, da campione in carica e da prima in classifica in campionato riesce a farsi eliminare al primo turno da una Ge.Vi. Napoli che poi andrà a vincere la Coppa Italia, guarda caso stessa sorte che toccò ai ragazzi di Alessandro Magro nell'edizione 2023, da 8° in classifica tre "upset" e Coppa Italia vinta. Sicuramente una serata storta può capitare (ovvio che se capita in una gara ad eliminazione diretta sono dolori), ma la squadra ci è sembrata un pò morbida, quasi deconcentrata, soprattutto in alcuni giocatori chiave come Bilan, Massinburg e Della Valle. SOFT.

ETTORE MESSINA voto 2: “Non abbiamo scelto il giorno migliore per fare passi indietro a livello di gioco dopo le due belle partite contro Trento e Venezia. In attacco abbiamo palleggiato e passato in maniera preoccupanteabbiamo sofferto la loro intensità difensiva e la loro pressione sulle guardieAbbiamo difeso con eccessiva morbidezza. Complimenti a Napoli, che ha giocato tre partite di altissimo livello. Avremmo meritato noi se avessimo giocato anche oggi come fatto nelle prime due gare. Ci è mancata l'umiltà? Non lo so. Non so se ci sia una correlazione tra il palleggiare la palla tantissimo e passarla poco e male con l'umiltà. Sicuramente ci siamo innervositi all'inizio quando Napoli ha imposto il suo ritmo. Se riuscissimo ad avere chiaro il perché di questo nervosismo sarebbe interessante. Parliamo di una squadra di giocatori molto espertiPurtroppo oggi abbiamo fallito. Proprio quando sembrava che avessimo sistemato le cose. Ed è il leitmotiv di questa stagioneQuesto è un passo indietro che brucia tantissimoPerché è un titolo perso. E perché arriva da due partite molto buone”. Parole e (poca) musica di Ettore Messina, il problema è che questi passi indietro stanno sistematicamente avvenendo non solo in questa stagione, ma da quando, l'11 Giugno 2019, è stato nominato head coach dell'Olimpia, perchè 2 scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana in 4 anni e mezzo, in relazione agli investimenti sostenuti, iniziano ad essere pochini, senza parlare dell'Eurolega, con una sola qualificazione ai Play Off nello stesso lasso di tempo. Iniziamo a pensare che stia seriamente arrivando il tempo di ragionare e valutare l'idea di fermarsi, se non si riesce più ad imprimere la propria impronta, con tutto il rispetto di un passato che non si dimentica, ma che non tornerà più. VIALE DEL TRAMONTO.

OLIMPIA MILANO voto 1: favorita al pari della Virtus Bologna nonostante la qualificazione alla kermesse come 4° classificata, non riesce a far dimenticare la bruciante eliminazione al primo turno della scorsa edizione, oltre ad un andamento, in questa stagione, non proprio esaltante (3° posto in campionato e 12° posto in Eurolega, oltre alla sconfitta in semifinale di Supercoppa Italiana), in relazione al budget iniziale, e successivo, per costruire e rattoppare la squadra. Dopo due passeggiate di salute contro Trento e Venezia ecco l'atto finale contro la sorprendente Napoli, una partita che i lombardi non sono mai riusciti ad indirizzare, riuscendo a tenere in vita una Ge.Vi. incerottata e con una rotazione già di base più corta. Ma eccoli li, i soliti difetti, i soliti errori, i soliti passi indietro di una squadra che sembra non riuscire mai a trovare un minimo di continuità per centrare l'obiettivo, perchè, con Brescia e Virtus Bologna eliminate subito, la strada verso il trofeo era davvero spianata. FAILED.

VIRTUS BOLOGNA voto 0: un tabù lungo 22 anni sta diventando un'autentica maledizione, visto che la Coppa Italia manca, nella bacheca delle "V Nere", dall'ormai lontanissimo 2002, e sta iniziando a diventare un vero e proprio tarlo nella testa di tutti i virtussini. Il fallimento a Torino è stato davvero fragoroso e rumoroso, se pensiamo a quello che i ragazzi di Banchi stanno facendo in stagione (4° posto in Eurolega e 2° posto in campionato, oltre alla vittoria della Supercoppa Italiana), e l'approccio nel match inaugurale contro Reggio Emilia ci è sembrato di una squadra presuntuosa, superficiale e poco umile, quasi fosse già certa di avere in mano la vittoria, ma che ha dilapidato il minimo vantaggio iniziale con tante palle perse e soluzioni offensive davvero imbarazzanti per una squadra di quel livello. Scarsa voglia di sacrificio e abnegazione, quasi che questa manifestazione fosse più un fastidio che un trofeo da provare a riportare a casa dopo tutti questi anni. AMARSI ANCORA...MA A CHE PREZZO?





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