New York Knicks - Boston Celtics 121-113 (3-1)
I Knicks lo rifanno, un’altra volta. Rimontano Boston,
stavolta da -14 nel 3° quarto dopo i “ritorni” vittoriosi da -20 di Gara 1 e
Gara 2. L’uomo partita è una volta di più Jalen Brunson, implacabile da
realizzatore, che tiene in partita i suoi nel momento di maggiore difficoltà.
Poi nel 4° periodo gli dà una grossa mano Mikal Bridges e Coach Thibodeau trova
il coraggio di mettere in panchina Karl-Anthony Towns, pessimo in difesa,
sostituito da Mitchell Robinson: la mossa funziona. Basta ai Knicks perché Coach
Mazzulla pasticcia tenendo fuori durante il parziale negativo determinante
Jaylen Brown con 5 falli, perché Tatum, immarcabile, si rompe in volata, perché
i Celtics vengono spazzati via 31-43 a rimbalzo e sbagliano 7 dei 26 tiri
liberi che tirano rispetto ai 9 segnati dagli avversari su 12 tentativi. Ora i
verdi sono spalle al muro: sapranno reagire tra 48 ore, in casa, di fronte ai
propri tifosi?
Subito 13-4 Boston, tre triple a segno di Derrick White nei primi 3’. Stavolta
i Knicks rientrano subito, dopo la figuraccia di Gara 3: avanti 17-16 sulla
tripla di OG Anunoby. Però arriva il 12-0 dei Celtics, Tatum segna tre triple.
Funziona così: ogni giocatore di Boston attacca Towns, preferibilmente dal
pick&roll, e fa quasi sempre canestro. 39-28 dopo 12’, ospiti 9/14 come
triple. Poi 62-51 a metà partita. I Celtics tirano 12/24 da 3. Tatum 20 punti,
Brunson 13. Si riparte, +14 Boston sul 72-58. Un 7-0 di parziale esclusiva di
Brunson – che include un fallo flagrant fischiato a Brown - tiene i Knicks a galla.
Boston permette agli avversari di restare in partita, lo pagherà caro. Tatum e
Brunson segnano a ripetizione, botta e risposta. Il regista griffa 18 punti nel
3° quarto, 88-85 Knicks dopo 36’. La tripla di Tatum riporta avanti 99-98 i
suoi, ma Bridges accelera. 113-104 Knicks, massimo vantaggio della serie, con
3”da giocare. E Tatum si fa male tuffandosi per evitare una palla persa. Esce
dal campo (prima a braccia, poi su una sedia a rotelle, si teme per il tendine
d’Achille) e con lui i Celtics. Knicks a un passo dall’impresa.
Golden State Warriors - Minnesota Timberwolves 110-117 (1-3)
Ant Edwards sul parquet, scatenato nel terzo quarto,
in cui segna 16 punti e trascina i Wolves all’allungo decisivo. Steph Curry in
panchina con un giacchetto rosso che prova a caricare i suoi, poco convincente
da cheerleader. La differenza è tutta qui. Scontata, inevitabile. I Warriors
“tengono” un tempo al Chase Center, poi vanno tutti giù per terra, messi al
tappeto dai limiti offensivi, con Steve Kerr ombra di quello che è stato,
dall’assenza per infortunio muscolare al flessore sinistro del miglior
giocatore che si è fermato in Gara 1, quella vinta dai Dubs nel Minnesota. Non
basta un buon Jonathan Kuminga, Jimmy Butler neanche prova a vincerla “da
solo”. Minny sfrutta un ottimo Julius Randle nel primo tempo, poi esonda grazie
a Ant. Gara 5 sarà un match point da non mancare per la squadra di Coach Finch.
Jackson-Davis in quintetto per i Dubs: non ne azzeccherà una. 28-27 Warriors
dopo 12’, 8 punti per Kuminga in uscita dalla panchina. Poi 11-0 di parziale
per Minny e 38-30 sulla tripla di Randle, che spadroneggia. Coach Kerr allora
si rifugia in una zona difensiva che evidenzia i limiti di letture di gioco
degli avversari, un 10-0 di parziale riporta avanti i Dubs. 60-58
all’intervallo. Kuminga con 16 punti, Kevin Looney 8 rimbalzi, Randle 19 punti
per i Wolves. Edwards si scatena nel 3° quarto, segna 14 punti nei primi 7’ del
3° quarto e chiude la gara. Minny sale 85-68 con un 17-0 di parziale, i
Warriors non fanno più canestro, senza Curry non hanno il talento per
replicare, Kerr ci mette lo zampino col quintetto piccolo, Green da centro, suo
storico vizio che gli costa una marea di guai. 97-77 dopo 36’. Per i Wolves
diventa passerella trionfale, i Dubs possono cominciare a prenotare le
vacanze.
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