L’Italia batte la Spagna 67-63. Ma ci sono partite che segnano un confine e marcano un sentimento. E quella contro gli spagnoli lo ha fatto. L’Italia ha mostrato cos’è la sofferenza, il recupero, il desiderio di vincere. E lo spavento. Perché quando Niang ricade sulla caviglia destra ed è costretto a uscire (a 7’06” dalla fine, mercoledì gli esami strumentali), al match si è aggiunta anche la suspence. Niang adesso andrà valutato bene. Anche perché l’Italia con lui ha un’altra faccia. Un quarto sbagliato (il primo, perso 10-18), il resto dell’incontro è di un’Italia tenace e mai arrendevole. Trascinata dai suoi giovani più energici: Diouf (14 punti), il già citato Niang, e l’esordiente senza paura Procida. Non una notte da triple (solo 7/29), né da eroismi solitari (Fontecchio solo 8). Melli un po’ in calo, si vedono Ricci e Spissu. È il gruppo a tenere in piedi il match fino alla fine. E una Spagna che, ostinata, ha continuato a tirare da tre senza particolari effetti. A 14”, poi, Parra commette un antisportivo assurdo. Spissu mette i liberi del +3, l’anticamera del successo.
L’Italia ora è prima nel girone assieme alla Grecia
attesa ora proprio dalla Spagna. E il suo cammino europeo è tutto da vivere.
Avvio da incubo per l’Italia: il quintetto fatica a costruire, Fontecchio
spreca e la Spagna ne approfitta volando sul 10-0 con De Larrea e Aldama.
Pozzecco chiama time-out. Ma è difficile trovare le parole. Anche per mettere
insieme idee, concetti, movimenti. Basterebbe: "Entriamo e facciamo
canestro". Più o meno. Gli azzurri, di canestri, ne sbagliano anche di
troppo facili, mentre gli iberici allungano fino al 13-0. A togliere la squadra
dallo zero ci pensa Niang, entrato con grande impatto. C’è qualcosa di furente
in questo giocatore, a Bologna i tifosi della Virtus si stanno fregando le
mani. La scossa che serviva è proprio lui a darla. Una schiacciata in
contropiede, rimbalzi e punti che mettono insieme un 6-0 fondamentale. Poi
Thompson e Gallinari accorciano. Nel finale però un’altra tripla spagnola fissa
il 18-10 al primo riposo. Bisognerà capire le fragilità di un primo quarto
fatto di accelerazioni. Nel secondo quarto l’Italia entra con più energia:
Ricci e Niang guidano un 5-0 che costringe Scariolo al timeout. La Spagna
reagisce con Puerto e De Larrea dall’arco, ma Fontecchio e soprattutto Diouf
riportano gli azzurri fino al 25-25. Le nuove soluzioni con Aldama e Pradilla
danno un nuovo slancio alla Spagna. Mentre Thompson si carica di falli e
Fontecchio finisce in difficoltà. Spagnolo riaccende la fiammata con una
tripla, ma il finale è di marca spagnola: 36-30. Ci volevano il carattere e la
pazienza per rimettere in ordine una partita così. Caratteristiche che l’Italia
ha mostrato nel terzo quarto, una grinta che va oltre il punteggio. Diouf,
Niang. E persino Procida, capace di segnare in faccia a Scariolo, suo prossimo
allenatore al Real. Non era facile. Nervoso e falli potevano fare male. Invece
Ricci tiene in vita l’Italia con i liberi e una tripla, mentre Fontecchio firma
una stoppata spettacolare su Aldama. La Spagna prova a scappare con De Larrea e
Yusta, ma Diouf sale in cattedra con punti ed energia, riportando gli azzurri a
contatto. Nel finale l’esplosione di Procida: la tripla del pari al debutto
(47-47) e Niang completa la rimonta. Italia avanti 49-47 al 30’.
Non poteva essere finita lì. L’ultimo quarto è
angoscia e sorpresa. Diouf continua a dominare sotto canestro, mentre Procida
porta energia su ogni pallone. L’Italia allunga. A 7’06” Niang spaventa con un
problema alla caviglia. Poi Spissu piazza la tripla del +6. Sul pianeta Spagna,
però, c’è vita. Eccome. A 1’55”, Aldama rimette in parità le cose (62-62).
Fontecchio e Spissu illudono con due triple sul ferro. A 32” è lo stesso 33 a
mettere i liberi del 64-64. Il finale è segnato dallo sciagurato antisportivo
di Parra. I liberi di Spissu e quello di Ricci chiudono il match.
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