venerdì 1 maggio 2015

NBA, quarti di finale: Chicago domina e va in semifinale. Clippers-Spurs: gara 7!

ibtimes.com
Chicago demolisce Milwaukee sotto un -54 da record per una partita che decide il passaggio di un turno playoff (4-2), e quarto scarto di sempre della storia Nba per una partita di postseason. Sin dai primi possessi è Rose a dettare il tono della partita, in attacco e in difesa, e i Bulls, sulle ali del trio Dunleavy-Gasol-Butler, volano in semifinale contro Cleveland, trasformando gara 6 in una passerella del proprio potenziale. Un messaggio a LeBron James, che troveranno sulla propria strada per la 4° volta negli ultimi 6 anni, ma anche a se stessi, perché il ricordo delle sbiadite gare 4 e 5 è ancora lì, presente, che stride con il dominio dell'ultimo atto della serie.
Thibs deve aver toccato le corde giuste, perché Rose firma 5 dei primi 7 assist di squadra, che per i Bulls coincidono con i primi sette canestri. Tre arrivano in 1'07”, mettono in ritmo Dunleavy, Gasol e Butler e costringono al timeout un Jason Kidd che aveva altre idee.
Milwaukee (33% e 18 perse), con Carter-Williams condizionato da un colpo al volto e Pachulia top scorer a quota 8 punti (il che è tutto dire), sarà dominata dal ritmo dei Bulls, favorito da una transizione difensiva pronta a riempire l'area e da un attacco che ritrova spaziature e armonia, con 20 assist su 25 canestri, 31 alla fine. E in entrambi i fattori, Thibodeau riscopre l'utilità di Hinrich.
 Gasol (13 punti nel 1° quarto) e Noah sono subito un fattore, con 9 punti da extrapossessi e 10 in contropiede sui 34 del miglior quarto di Chicago nella serie. Alla fine saranno 50-20 i punti in area, 22-5 quelli da seconde chances e 22-6 quelli in contropiede, tutti ovviamente pro Bulls. Già a -18, di fatto i Bucks alzano bandiera bianca dopo il break 13-2 che nasce da 7 punti consecutivi di Rose e che li vede a -27, con tanti canestri quante palle perse (9). E l'immagine della frustrazione dei giovani Bucks è quella di Antetokoumpo, che chiude i suoi primi playoff con un flagrant 2 dopo una spallata gratuita su una tripla di Dunleavy, eccezionale nel gioco lontano dalla palla, che convertendo quel gioco da 4 punti ne segna 11 in 2', spingendo i Bulls a +34. Dal 3° quarto Thibodeau comincerà a far riposare i titolari: l'attesa Cleveland-Chicago è già iniziata.

La miglior partita di Marco Belinelli in maglia Spurs, quando conta di più, non basta a San Antonio per chiudere la serie contro i Clippers. Los Angeles vince all’AT&T Center, l’Alamo degli Speroni, e si guadagna cosi gara 7 in casa. Sabato sera. Marco ha segnato 23 punti in 23 minuti. E alla fine i campioni si sono affidati alle sue triple, addirittura 7, per raddrizzare una serata stortissima. Non è bastato. Giusto rendere tributo a Paul e Griffin, una volta di più versione marziani. Popovich a fine partita ha parlato di squadra “soft” che deve essere “imbarazzata per come ha approcciato una partita decisiva”. Ma la realtà è che la serie è davvero equilibrata, come valori assoluti. I texani hanno una panchina molto più solida. Ma nella serata in cui Leonard ha toppato e Duncan è stato innescato troppo tardi, l’ennesima partitaccia di Parker e Ginobili in versione crepuscolare hanno finito per fare la differenza in negativo. Forse i campioni possono recriminare su Duncan, costretto a stare fuori per falli per colpa dell’hack-a-Jordan. Minuti rivelatisi decisivi. Adesso Clips favoriti, ma gli Spurs hanno già vinto 2 volte in California in questa serie. E hanno il fattore esperienza dalla loro parte.
Subito una schiacciatissima di Jordan che rischia di buttar giù un canestro dell’AT&T Center. Ottimo inizio di Redick, per il "Blue Devil" i punti saranno 12 dopo altrettanti minuti. Con 5’ da giocare nel 1° quarto per Pop è già tempo di hack-a-Jordan. Ma il centrone da Texas A&M fa 2/2. I Clips allungano sul 24-17 sfruttando un attacco pasticcione degli Speroni. Belinelli entra con 53” da giocare nel 1° quarto. E’ 26 pari a fine primo parziale. Paul a 0 punti (0/6), ma Spurs con 8 palle perse in 12’. Insomma, possono entrambe sperare di migliorare parecchio. Beli contiene Redick. Poi esplode e segna da 3. Una, due, tre, quattro volte. Deciso. Convinto. Spettacolare, quando mette dentro quella fuori equilibrio. Tutto suo il break che porta gli Spurs sul 41-32. 12 punti nei primi 5’ di impiego per Marco. Applausi. Che il pubblico texano non lesina di certo. E’ una bolgia. Sembra di essere all’All Star Game di New Orleans del 2014. Gli entra tutto. Quando esce per lasciar rientrare Ginobili arriva addirittura la standing ovation.
I neroargento sembrano avere in mano la partita. Ma Duncan, con 4’ da giocare, commette il 3° fallo (almeno uno sprecato per fallo mirato su Jordan), intervallo anticipato, per lui. E, appena esce, Los Angeles rientra in partita. I primi punti di Paul, dalla lunetta, arrivano con 3’ da giocare nel quarto. E quando i Clips segnano la prima tripla, merito di Barnes, dopo una serie serale di 0/8 (e addirittura 0/20 consecutivo dalla distanza cumulato), è improvvisamente 47 pari. E 51 pari quando le squadre vanno al riposo. Gli Spurs hanno perso l’occasione di chiudere la partita. Con Paul 0/7 dal campo. Intanto Beli miglior realizzatore dei campioni, con 12 punti.
11-2 di parziale Los Angeles a inizio ripresa. Pop chiama subito Diaw e Belinelli, addirittura dentro per Leonard. Beli segna due liberi e un’altra tripla, tiene a galla i suoi. Ma gli Spurs sono nei guai. E il pubblico lo percepisce. Ha paura. Con Griffin che domina la gara. E Paul che si è svegliato, come attaccante. Replica Diaw, in versione realizzatore, ma poi costretto ad uscire con 4 falli. La tripla di Mills sigla il 70 pari, coi panchinari Clips che si confermano non all’altezza. Ma Paul allora si mette in proprio. L.A. avanti 76-72 a fine 3° quarto. E lui che non esce più. Si fa male Big Bay Davis (caviglia sinistra). Ma Clips +7 con 7’ da giocare. La folla si alza tutta in piedi. E urla forte. L’assist per tentare la rimonta. Ma Griffin, stavolta, nel 4° periodo non scompare. Risponde Diaw, in coppia con Duncan, naturalmente. Sul +4 Clips riparte l’hack a Jordan. 0/2. Ma +6 con 2’ da giocare. Belinelli non ha finito le magie. Ancora due canestri pesanti, addirittura gli schemi texani sono per lui, per innescarlo da 3 punti. Non basta. Crawford fa 2/2 ai liberi. Serie pareggiata. Si deciderà alla “bella”. Per chiunque venga eliminato, sarà un peccato. L’Ovest è cosi, e l’accoppiamento è stato crudele.

Milwaukee Bucks - Chicago Bulls 66-120 (2-4)

San Antonio Spurs - Los Angeles Clippers 96-102 (3-3)

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