martedì 6 ottobre 2015

Serie A: il Pagellone della prima giornata




ALEX KIRK/DEXTER PITTMAN voto 10: centri alla riscossa in questa prima giornata. Kirk si abbatte su Brindisi con una prova da 20 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate, mentre Pittman martirizza Venezia chiudendo con 19 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate. E pensare che qualcuno afferma che questo ruolo, nel basket, sia in decadenza. GIGANTEGGIANTI

BETALAND CAPO D’ORLANDO voto 9: tanti dubbi attorno a Griccioli e la sua squadra, alcuni hanno parlato di ragazzi troppo giovani, altri di innesti troppo “stagionati” in aggiunta hai già “stagionati” Basile e Nicevic. Dubbi appunto, scacciati via con la convincente vittoria su Cantù, che apre bene questo campionato per i siculi, che ora guardano con cauto ottimismo all’immediato futuro. ANCORA DA DIRE?

PASTA REGGIA CASERTA voto 8: vincere in trasferta segnando 58 punti è un grande risultato, farlo senza il tuo play maker/leader è proprio un’impresa. I ragazzi di Sandro Dell’Agnello sbancano Varese 5 anni e mezzo dopo l’ultima volta, lo fanno lottando, soffrendo, con grande cuore e facendo di necessità virtù, trasformando i limiti in punti di forza, tutte cose che l’anno scorso non si vedevano. CHI BEN COMINCIA…

RIMANTAS KAUKENAS/DARJUS LAVRINOVIC voto 7: 74 anni in due, ma anche 28 punti e 11/17 al tiro in combinata. “The Lithuanian Duo” non smette mai di stupire, nonostante acciacchi ed età, anche a Torino predica pallacanestro illuminando il primo Monday Night del campionato. Vederli giocare resta un autentico piacere per gli occhi. INTRAMONTABILI

TAUREAN GREEN/RICCARDO CERVI voto 6: nell’ennesimo nuovo corso avellinese, a sto giro fatto di molti meno proclami rispetto al recente passato, spicca la nuova asse play/pivot irpina, che fa impazzire Pesaro: il play naturalizzato georgiano, in onore al suo cognome che evoca bei ricordi al pubblico biancoverde, segna 13 punti ma, soprattutto, “smazza” 8 assist giostrando la regia a piacimento, mentre l’ex pivot di Reggio Emilia mette 13 punti con un solo errore dal campo, cattura 10 rimbalzi e piazza anche 3 stoppate. Che stia cambiando il vento da quelle parti? TANGO & CASH.

OGO ADEGBOYE voto 5: preso per non far rimpiangere Luca Vitali, attualmente ancora ai box per un infortunio, a Sassari sta in campo 18 minuti con 0/2 al tiro e 3 palle perse. A questo punto il buon Pancotto spera che il suo play maker titolare rientri quanto prima. UNDERSIZE.

REYER VENEZIA voto 4: dopo la buona stagione scorsa ci si aspetta il salto di qualità dai lagunari, soprattutto visto il mercato estivo fatto di arrivi di rilievo (Green, Bramos e Owens) e di tante conferme. Per ora, contando anche la Supercoppa Italiana, questo non sta avvenendo, la sconfitta di Bologna ha paventato limiti caratteriali e di voglia che hanno permesso, alla Virtus, di vincere una partita che si era messa male. Asticella decisamente da alzare. RIVEDIBILE.

ANDRE DAWKINS voto 3: è la nota stonata della serata torinese, al ritorno in serie A dopo 22 anni. L’ex guardia di Duke, arrivato in Piemonte con un bagaglio pieno di promesse e speranze, la prima la stecca (2 punti, 1/4 al tiro, 3 palle perse, 3 falli commessi e -5 di valutazione), sembrando più un pesce fuor d’acqua che il killer svezzato da Mike Krzyzewski. Si aspettano tempi migliori. STRALUNATO.

TREVOR LACEY/DJ SHELTON voto 2: la situazione di Pesaro è risaputa, budget più basso della serie A, 9 effettivi con una panchina abbastanza “forzata”, se poi la tua guardia e la tua ala forte, ad Avellino, producono 4 punti complessivi, con 1/11 al tiro e 7 falli commessi, allora la strada non è solo in salita, ma diventa proprio un Everest da scalare. SPUNTATI.

BRAD HESLIP voto 1: 3 punti (1/7 al tiro, 1/6 da 3), per uno che si definisce tiratore e ingaggiato per il suo tiro non è proprio un bel biglietto da visita. A Capo d’Orlando non si sa se è più masochista Corbani, che lo fa giocare 33 minuti nonostante non segni neanche in una vasca da bagno, o lui che, imperterrito, continua a provarci. TIRO AL PICCIONE.

MYCHEL THOMSPON voto 0: 26 minuti in campo nella sconfitta contro Caserta, non segna un punto neanche a pagarlo in petroldollari (0/8 al tiro, 0/7 da 3), e per uno che porta quel cognome (papà Mychal campione NBA coi Lakers nel 1987 e nel 1988, fratello Klay campione NBA coi Warriors nel 2015) è quasi un disonore. Mano da riscaldare, assolutamente, sennò sono guai. MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO.

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