martedì 5 gennaio 2016

Serie A: il Pagellone della 15° giornata




SIDIGAS AVELLINO voto 10: cosa scatena un allenamento la mattina di Natale alle 8. Scherzi a parte (e neanche tanto), questa squadra appena 13 giorni fa, dopo aver perso, malissimo, il derby casalingo contro Caserta, sembrava spacciata, morta, distrutta dall’aver subìto quella rimonta in quel modo.
Niente di tutto ciò, perché non solo i ragazzi di Sacripanti si sono rialzati alla grande, ma le due vittorie consecutive contro Capo d’Orlando e Venezia, assieme ai soliti mille calcoli e combinazioni di italica matrice, permettono agli irpini di staccare il pass per le Final Eight di Coppa Italia, traguardo assolutamente impensabile, ed inaspettato, appena 13 giorni fa.
Questa squadra ha dimostrato non solo di avere attributi e spina dorsale, ma ha saputo rialzarsi, ha fatto capire cosa vuol dire reagire e, soprattutto, nella stagione in cui il budget si è vertiginosamente abbassato e non sono stati fatti proclami pomposi, è arrivata la soddisfazione dell’accesso alla Coppa Italia. AFFAMATI.

ALEX KIRK voto 9: completa il suo pazzesco girone d’andata con una prova da 28 punti (6/8 da 2, 3/6 da 3 e 7/8 ai liberi) e 28 di valutazione, con dei numeri di assoluto impatto (16.3 punti, 8.3 rimbalzi, 1.3 assist e 1.2 stoppate di media).
Giocatore completo, che sa fare canestro dalla media e dalla lunga distanza, che nonostante la mole (213 cm per 115 kg) si muove con la leggiadria di un ballerino, è, senza ombra di dubbio, l’assoluto MVP del girone d’andata, emblema della Pistoia che vince e si diverte, nonostante spese oculate e rotazione risicata.
E non ci sono dubbi che il buon presidente Maltinti dovrà resistere, già a partire dalle prossime settimane, agli assalti di Top Team Europei, e non solo, che arriveranno alla base. DOMINANTE.

DARJUS LAVRINOVIC voto 8: non mi stancherò mai di tessere le lodi a questo assoluto fenomeno, che a 36 anni suonati, con una serie di guai fisici inenarrabili, continua a predicare e a regalare magie.
I 17 minuti giocati nel “lunch match” di Bologna sono un trattato di pallacanestro da consegnare ai posteri: 17 punti (8/9 al tiro), 4 rimbalzi e 4 assist, la capacità impressionante di fare sempre la cosa giusta al momento giusto, di saper gestire alla perfezione un fisico logorato da età ed acciacchi, di annientare, con astuzia volpinea, un colosso di 212 cm per 130 kg quale Dexter Pittman.
Non c’è spazio e tempo, ma io starei a parlare di lui per ore. GRAZIE D’ESISTERE.

ELSTON TURNER voto 7: riporto alla mente la domanda che Don Abbondio si pone mentre è nella sua stanza a leggere un panegirico nei confronti di San Carlo Borromeo. Carneade! Chi era costui? A Cremona se lo sono chiesto per 14 partite chi fosse Elston Turner, se quello ammirato a Pesaro e Brindisi o la sua brutta copia. A quanto pare il figlio di Elston sr. ha deciso di metterci un intero girone per farsi aspettare dalla Vanoli, ma alla fine ce l’ha fatta, perché a Brindisi (da ex di turno tra l’altro), si è fatto apprezzare per le sue doti di cestista e, con 18 punti (8/12 al tiro), è stato decisivo per la vittoria di Cremona al Pala Serradimigni (la 5° in trasferta fin qui, roba da record).
Che sia l’alba di una nuova era? Staremo a vedere. BACK IN THE CITY.

OPENJOBMETIS VARESE voto 6: ci sono partite che possono portare la luce in una stagione fin qui parecchio ombrosa.
E’ il caso di Varese, fin qui cammino abbastanza anonimo, tanti problemi di roster, ma tutto può essere dimenticato grazie al derby con Cantù, che i “bosini” vincono al termine di una partita tosta, gagliarda, solida, che può riportare entusiasmo in una piazza storica ma da troppo tempo ancorata nell’anonimato del basket italiano.
Chissà che il successo di domenica non sia la sferzata giusta per Moretti & company. RIVITALIZZATI.

KENNY HASBROUCK voto 5: a parziale giustificazione c’è la difficoltà di giocare in una squadra le cui porte sono sempre aperte, quindi senza essere mai certo del posto.
Ma sei un professionista, e quando giochi devi farlo sempre al 100%, staccando la mente da altri pensieri, altrimenti non puoi gravitare in certi contesti.
Lui, a Varese, partita sempre molto sentita e che spesso non fa classifica, risponde con 28 minuti di totale bulimia cestistica (0 punti e 0/6 al tiro), dando l’impressione che le voci di mercato (continue e insistenti) l’hanno infastidito, e non poco. COLPITO (E AFFONDATO).

MICAH DOWNS voto 4: dopo un mese di Dicembre trascorso a dominare contro tutto e tutti ritorna sulla terra. A Trento gioca, probabilmente, la sua peggior partita da quando indossa la casacca della Juve Caserta (3 punti, 1/6 al tiro, 7 palle perse e 3 falli commessi), appare nervoso, deconcentrato, fuori da ogni schema e ogni logica, quasi soffrisse, più di tutti, l’assenza del preziosissimo Peyton Siva.
E nel finale, per completare la sua domenica da De Prufundiis, si becca la deplorazione per proteste “accese” nei confronti della terna. Beneficio del dubbio: diciamo che non era giornata, e può capitare anche ai migliori. MICA (H) E’ SEMPRE COSI’?

BETALAND CAPO D’ORLANDO voto 3: una vecchia regola matematica, col tempo divenuta quasi una filastrocca, recita: cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.
E cambiando Giulio Griccioli con Gennaro Di Carlo non è cambiato molto, anzi, di tutta risposta è arrivata una batosta pesantissima in quel di Pistoia, con la squadra sommersa sotto i colpi di un -28 pesante come un macigno.
Il tassametro corre (7° sconfitta consecutiva, 10° nelle ultime 11 partite), ultimo posto raggiunto visti gli altri risultati, un crollo verticale sinonimo che, probabilmente (facciamo sicuramente), questa squadra va rinforzata e anche presto se non si vogliono avere brutte sorprese più avanti. PALADINI…DI CHE?

ENEL BRINDISI voto 2: primi 3 mesi di stagione decisamente da dimenticare per i pugliesi, che dopo l’Eurocup (1-9 di eloquente record) salutano anche la Coppa Italia al termine di un girone d’andata chiuso con 7 vittorie su 15 partite, insufficienti a centrare la kermesse di fine Febbraio.
Se in estate prendi Reynolds, Banks, Kadij e Gagic, fai proclami di crescita e miglioramento, non puoi perdere 17 delle 25 partite stagionali fin qui disputate, steccando due obiettivi su tre, anche in malo modo (vedi, appunto, Eurocup)..
Possibile che nella sconfitta interna con Cremona si sia toccato il classico fondo dal quale è possibile solo risalire, perché fare peggio, onestamente, è quasi difficile. IN BOLLETTA.

PHIL GOSS/HRVOJE PERIC voto 1: 2 punti (1/5 al tiro), 2 palle perse e 8 falli commessi, in combinata, per questi due, che quest’anno hanno proprio deciso di far impazzire non solo Recalcati, ma tutta la Laguna, che si sta davvero disperando. Non si spiega come due autentici simboli, ormai, della Reyer attuale non stiano riuscendo ad offrire il contributo sperato, esibendosi in prestazioni che rasentano l’orripilante, e siamo buoni. Si spera, per gli oro/granata, che ci sia, quanto prima, una ripresa, perché se continuano a (non) giocare così ci rimette tutto il gruppo, con rischio flop davvero elevatissimo. ATTENTI (DAVVERO) A QUEI DUE.

DINAMO SASSARI voto 0: quando finisce un girone è sempre tempo di primi bilanci, e quelli in casa Dinamo sono tendenti al disastroso.
La pesantissima debacle di Milano completa una prima parte di stagione difficile (eufemismo) per i sardi, che da campioni d’Italia in carica hanno fatto una fatica inaspettata fin qui.
17 sconfitte su 26 partite stagionali fin qui disputate, davvero troppo per chi, non più tardi di 6 mesi fa, si cuciva il tricolore sul petto dopo aver messo in bacheca anche Supercoppa e Coppa Italia.
L’accesso alle Final Eight di Milano è il classico brodino caldo, ma questo ammalato, per guarire, ha bisogno di ben altre iniezioni, soprattutto di fiducia, a cominciare da un presidente apparso abbastanza demotivato fin dall’inizio di questa stagione. VOLTARE PAGINA.

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