martedì 4 ottobre 2016

Serie A: il Pagellone della 1° giornata




STEFANO TONUT voto 10: “Tu quoque, Brute, fili mi!”, avrebbe detto Giulio Cesare prima di prendersi quelle coltellate che lo uccisero il 15 Marzo del 44 A.C.
La citazione è un po’ “demodè”, ma torna prepotentemente in auge nella domenica di Desio, quando un figlio di Cantù, anziché il coltello, prende in mano un pallone e decide di fare tanto male alla città che, quasi 23 anni fa, gli ha dato i natali.
Venezia si presenta ai nastri di partenza con l’ormai solita squadra iper attrezzata fatta di nomi ad effetto ed esuberi di lusso.
Poi ti ritrovi a sbancare Desio (in attesa del Pianella) grazie al tuo ipotetico rincalzo (di extralusso aggiungo io), che ti sciorina la “prestazioncina” da 26 punti (6/7 da 2, 4/5 da 3, 2/2 ai tiri liberi), 4 assist e 35 di valutazione facendoti iniziare il campionato con un bel colpo in trasferta, che non fa mai male.
Intanto continuiamo ad ingolfare le nostre squadre di funambolici americani, quando i ragazzi, se fatti giocare, rendono eccome. TENGO O’ CUORE ITALIANO.

ALEKSANDAR CZYZ voto 9: nell’incandescente opening game del Palamaggiò decide di fare subito sul serio mettendosi alla lavagna e portando a lezione il malcapitato pacchetto lunghi di Reggio Emilia, che per 31 minuti esatti è il Sergente Garcia al cospetto di Zorro, che maramaldeggia senza alcuna pietà, con benda, cappello e cavallo.
Si regala (e ci regala) una prestazione sontuosa, che i numeri (26 punti con 12/16 al tiro, 8 rimbalzi, 35 di valutazione, 10 di plus/minus e il bacio accademico) quasi non rendono giustizia.
Canestri in tutte le salse, presenza e leadership da vendere, un autentico spauracchio che Menetti proprio non riesce a fermare, pur provandoci anche con le cattive.
Se è questo a Caserta ci si può davvero divertire. ONNIPOTENTE.

BRIAN SACCHETTI voto 8: “passano gli anni e i mesi, e se li conti anche i minuti” diceva il grande Faber. Gli anni di Brian a Sassari diventeranno 7, ormai una pietra miliare del Banco anche se papà Meo allena altrove, cambiano giocatori e dirigenti, non cambia lui, che nel Monday Night si abbatte su Varese con una prestazione da 16 punti (3/3 da 3), 4 rimbalzi, 3 assist, 7 falli subìti e 27 di valutazione. Il tutto, uscendo dalla panchina, in 22 minuti nei quali Moretti era convinto di avere di fronte un marziano. DICEVAMO DEGLI ITALIANI?

JARROD JONES/LANDRY NNOKO voto 7: la nuova coppia di pivot in forza alla Consultinvest Pesaro si fa notare subito per una prerogativa: il rimbalzo. Ne catturano ben 30 in combinata, dominando letteralmente i tabelloni dell’Adriatic Arena. Se poi a questo ci aggiungiamo, sempre in combinata, 25 punti, 6 falli subìti, 2 stoppate e 43 di valutazione allora il gioco è fatto, e il primo mattoncino su quella parete chiamata salvezza è cosa fatta. BAD BOYS.

VANOLI CREMONA voto 6: dove eravamo rimasti? Riprende quasi da dove aveva lasciato la Vanoli Cremona, con una vittoria convincente che scaccia via qualche mugugno dopo una semifinale di Supercoppa durata, in pratica, 20 minuti.
Qualche maligno aveva detto che c’era forte squilibrio tra esterni ed interni (non ditelo a Paul Biligha, 14 punti e 8 rimbalzi ieri sera, più una stoppata da videogame), altri dicevano che qualcuno era andato li a godersi la pensione, altri che Pancotto la prende già (intanto sono 272 vittorie, in serie A, in carriera). Parole al vento, Cremona c’è, fin da subito. CERTEZZA.

DANIELE CAVALIERO/LUCA CAMPANI voto 5: l’ormai vecchia guardia di Varese tradisce, completamente, le attese all’esordio in quel di Sassari. 8 punti, 3 palle perse e 4 falli commessi lo score complessivo, con maggiore impegno avrebbero potuto anche pensare di sbancare il Pala Serradimigni. Appunto, solo il pensiero, che però non basta, meglio consolarsi con un po’ di mare sardo, col caldo (paradossale) che fa ci può stare. ODIO (NEANCHE TANTO) L’ESTATE.

TOTO FORRAY/LUCA LECHTALER voto 4: gli italiani di Trento avranno il compito, essendo ormai uno zoccolo duro, di far inserire i nuovi e provare a dare un minimo di continuirà all’ottimo ciclo precedente.
A Brindisi i due in questione (2 punti con nessun canestro dal campo) capiscono ben’altra cosa, ed arriva la prima sconfitta in campionato.
Ragazzi, ok che uno è argentino di nascita e l’altro ha il cognome tedesco, ma siete italiani eh, sto parlando di voi. SVEGLIA.

THE FLEXX PISTOIA voto 3: perdere, in un sol colpo, Knowles, Blackshear, Czyz e Kirk non è facile, ma andare in gita a Cremona, dopo aver incantato, per ampi tratti, l’Italia dei canestri la scorsa stagione, non è comunque bello.
Mai in partita al Pala Radi, schiacciati fin dalla palla a due da Turner & company, ci aspettiamo, conoscendo il carattere di Esposito, una reazione quanto prima. BOCCIATI (CON RISERVA).

RED OCTOBER CANTU’ voto 2: che già solo il nome (chi ha studiato un po’ di storia sa bene il triste riferimento degli altrettanto tristi fatti avvenuti, in Russia, nell’Ottobre del 1917) meriterebbe (e lo prenderà, almeno dal sottoscritto) lo zero fisso ogni volta.
Dopo un’estate da pantomima teatrale, in pieno stile Gerassimenko, con tanto di ritiro estivo in Lituania, ci si aspettava, quanto meno, un esordio convincente, invece di prendere 99 punti sul grugno da Venezia, che scappa con la cassa da Desio.
Se questi sono i presupposti (infortunio di Dowdell annesso) si prospetta un’altra stagione di passione per i cari canturini. CACCIA A OTTOBRE ROSSO.                

I LUNGHI DI REGGIO EMILIA voto 1: che magari qualcuno ha provato anche a salvarsi, ma tutti e 4 i componenti della fanteria pesante di Menetti dietro la lavagna.
Completamente e totalmente martirizzati dal duo Czyz/Watt, che a tratti hanno ricordato le “Twin Towers” di San Antonio per come dominavano.
Polonara-James-Cervi-Lesic: eccolo il mitico quartetto, incapace di porre un freno all’uragano che gli si è abbattuto addosso. Infilati in ogni salsa, dal pick & roll al post basso passando per l’altro/basso e il pick & pop. Una dominanza da non dormirci la notte. PORRE RIMEDIO.

GERMANI BRESCIA voto 0: (ri) esordire in serie A dopo tanti anni, tra l’altro in uno scontro diretto, e prenderne 13 (ma ne sono stati anche 20 e più, non inganni il punteggio finale) segnando 63 punti col 34% dal campo non è proprio il massimo della vita.
Soprattutto se, da neopromossa, ti puoi permettere un mercato dove confermi Moss e gli aggiungi i fratelli Vitali, Marcus Landry e Jared Berggren, tanto da farti definire, addirittura, una delle possibili sorprese.
Per ora la sorpresa gliel’ha fatta Pesaro, e neanche così piacevole. BATTESIMO DI FUOCO.

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