martedì 18 ottobre 2016

Serie A: il Pagellone della 3° giornata




MARQUES GREEN voto 10: passano gli anni (35 il prossimo 18 Marzo), ma il gene del “fuoriclassismo” e della leadership, in certi giocatori, sembra essere eterno.
Sacripanti lo rimette sul parquet quando tutto sembra perduto, con Pistoia avanti di 12 punti e con l’inerzia in mano.
Lui, con la solita calma, prende per mano i lupi (10 punti con due triple siderali, più 7 assist e ben 6 recuperi) dando il là al clamoroso parziale di 34-12, nell’ultimo periodo, che ribalta partita e avversari, col Pala Del Mauro che da requiem si trasforma in rave party, annessi decibel all’ennesima potenza.
Inutile dire che gli auguro di giocare altri 30 anni. GRAZIE.

BRUNO FITIPALDO voto 9: arrivato, in estate, come uno degli oggetti misteriosi del mercato non solo orlandino, ma proprio italiano in generale, il buon Bruno, dopo una carriera trascorsa tra Uruguay e Argentina, sta seriamente facendo vedere di che pasta è fatto, confermando quanto di buono si dice sul suo conto.
Capo d’Orlando centra il primo successo stagionale, lui chiude con 24 punti e 5/6 da 3 punti, fondamentale dove eccelle decisamente (47% dopo 3 gare), rivelandosi il go to guy nell’umidissimo Monday Night del Pala Fantozzi.
Se il buongiorno si vede dal mattino il sole, bello alto di questo anomalo Ottobre, sembra destinato a restare alto ancora per molto. ON FIRE.

RAPHIAEL PUTNEY voto 8:
la canzone, a Caserta, l’anno scorso riguardava il taglio di El Amin (poi realmente avvenuto). Quest’anno il corso di taglia e cuci, all’ombra della Reggia, riguarda lui, che ha ancora tanto da migliorare saffacciato solo quest’anno ad un certo tipo di pallacanestro, ma qualcosa dentro ce l’ha, ed inizia anche a dimostrarlo, perché è lui l’assoluto protagonista del sacco di Cremona.
21 punti (4/5 da 2, 3/5 da 3, 4/4 ai tiri liberi), 8 rimbalzi, 24 di valutazione, tiene a galla, praticamente da solo, la Juve nel disastroso primo tempo, collabora, nella ripresa, facendo tante piccole cose, ma utili alla causa, come anche distribuire “like” su Instragam durante l’intervallo. DON RAFE’.

DOLOMITI ENERGIA TRENTO voto 7: c’erano dubbi dopo la fine del primo ciclo, con gli illustri addii di Wright, Pascolo e Sanders, ma quella vecchia volpe di Buscaglia, a quanto pare, ne conosce una più del diavolo.
Pesca bene, ancora una volta, sul mercato, recupera chi di dovere (Baldi Rossi), gli altri supportano che è un piacere e (anche senza trattore in tangenziale) andiamo a comandare al Taliercio, dominando, fin dalla palla due, una delle principali candidate al ruolo di anti-Milano. OASI FELICE.

FRAN PILEPIC voto 6: finalmente un sorriso per Cantù, tutto nelle mani bollenti di questo talento croato, che arriva da Rijeka (dove il pallone sono più abituati a prenderlo a calci) e decide di ricordarci quanto è bello vedere che c’è chi, ancora, gioca a questo sport con la tecnica e non solo col fisico.
Uscita dai blocchi e conseguente coordinazione, tiro e rilascio sarebbero da insegnare nelle scuole minibasket, oltre a quell’intelligenza superiore dono naturale di chi nasce in quella zona del Mondo.
Ah, poi ci sarebbero i numeri: 17 punti, 1/1 da 2 e 5/5 da 3, limpido con un ruscello di primo mattino. ISPIRATO.

SIMAS JASAITIS voto 5: il lituano, fiore all’occhiello della campagna estiva pesarese, sembra essere ancora in naftalina.
Anche a Cantù lascia il fucile in faretra (2 punti in 24 minuti), corricchia per il campo giocando quasi a nascondino quando la sua leadership servirebbe come il pane ad un gruppo di americani esordienti e ragazzi volenterosi ma, sostanzialmente, nulla più di quello.
Per ora mi mantengo sul 5 per il rispetto di una carriera onorevole, ma mi aspetto molto molto molto di più. SVEGLIA.

TYLER HARVEY/JAMIL WILSON voto 4: è trascorso quasi un mese dall’inizio del campionato e dalle parti di Torino stanno iniziando, seriamente, a chiedersi se questi due fanno davvero parte, o meno, della Manital 2016/2017, visto che non si vedono.
Anche a Capo d’Orlando “offrono” una prova da dietro alla lavagna (13 punti in combinata, 5/16 al tiro e 6 palle perse), fin quando il trio Wright-Washington-White, supportato da Poeta, Alibegovic e Mazzola, regge allora ok, ma se qualcuno di questi, anche fisiologicamente, stecca allora sono dolori se i due in questione non si danno una bella svegliata. EVANESCENTI.

GERMANI BRESCIA voto 3: qualcuno spieghi, anche in maniera alquanto celere, ai Diana’s boys che esiste giocare anche in trasferta. Dopo il -13 di Pesaro arriva un bel -23 a Sassari, partita durata, in pratica, un quarto e poi tutti a pensare a cosa fare nel sabato sera sardo.
Che poi magari, in casa, ne vincono più dei Golden State Warriors e il Pala George di Montichiari diventa un fortino inespugnabile, ma lontano da casa bisogna crescere, e alla svelta, perché ci si salva anche così, con qualche bel colpo assestato lontano da casa. BON VOYAGE.

REYER VENEZIA voto 2: sconfitta dolorosa quella contro Trento, non tanto per il risultato in generale (-17 in casa è comunque pesante da assimilare), quanto per come questa sconfitta è arrivata.
Atteggiamento molle, linguaggio del corpo da campetto post pranzo domenicale, zero reazione, con Trento che ha davvero fatto il bello e il cattivo tempo prendendosi la Laguna in maniera estremamente tranquilla.
Da una squadra con quell’esperienza, con quei singoli e con quella base non ci aspettiamo debacle del genere, oltretutto senza, praticamente, giocare. RIMANDATI.

COREY HAWKINS voto 1: Pistoia gioca 30 minuti gagliardi ad Avellino, poi il black out, onda verde, toscani travolti, Esposito che si incazza e sbotta in conferenza stampa e sconfitta numero 2 in campionato.
E lui? 8 punti, 3/13 al tiro, 4 palle perse, 4 falli commessi, 2 stoppate subìte, -7 di valutazione, -12 di plus/minus che quei 29 minuti che gli ha concesso il Diablo li poteva trascorrere nell’antistante Partenio, che magari scopriva che un altro sport poteva fare di più al caso suo. IN BOCCA AL LUPO…IN TUTTI I SENSI.

OMAR THOMAS voto 0: e mi rattrista anche, perché, allo stato attuale delle cose, siamo davanti ad un ex giocatore, poi magari (spero vivamente) il campo mi smentisce, ma ad oggi è così.
Fuori forma, fuori fase, fuori tutto, non azzecca una scelta che sia una, è un valore aggiunto per gli avversari che quasi si disperano quando Pancotto, esasperato, lo toglie dal campo.
Sembrano essere lontanissimi i tempi delle dominanze avellinesi, annesso titolo di MVP della stagione, se le cose non cambiano, e anche alla svelta, rischia di finire con largo anticipo la sua (deludente fin qui) esperienza cremonese. GAME OVER.

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