martedì 3 gennaio 2017
Serie A: il Pagellone della 14° giornata
TASHAWN THOMAS voto 10: una rondine non fa Primavera, anche perchè freddo e gelo continuano a falcidiare l'Italia in questo avvio di 2017, ma ci voleva il career high italiano di questo ragazzo per permettere, a Cremona, di rialzarsi dopo ben 4 sconfitte consecutive, 6 nelle ultime 7 partite.
La prestazione del nativo di Las Vegas è da leccarsi i baffi: 25 punti (7/11 da 2, 2/3 da 3, 5/5 ai liberi), 6 rimbalzi, 4 stoppate, 3 assist, 35 di valutazione e un'intera città aggrappata alle sue possenti spalle, che se sono sempre queste possono far guardare, con cauto ottimismo, all'immediato futuro. ATLANTE.
KIRIL BOLSHAKOV voto 9: da quando questo signore qua (che di mestiere farebbe il professore e il mental coach) siede sulla panchina di Cantù, la stagione dei brianzoli ha subìto la tanto attesa svolta.
Quattro vittorie nelle ultime cinque partite, squadra che è passata dal pericoloso penultimo posto in classifica all'attuale 10° (in coabitazione con altre 3 squadre), coi Play Off distanti soli due punti e la possibilità, con una serie infinita di combinazioni (contenti gli amanti del calcolo e della statistica), di andare addirittura a Rimini per le Final Eight di Coppa Italia.
Il tutto senza fare assolutamente nulla di trascendentale: pochi concetti, chiari, limpidi, senza alchimie cervellotiche, ma con una base solida, che non cambierà mai, ovvero divertirsi giocando a pallacanestro. CHAPEAU.
BETALAND CAPO D'ORLANDO voto 8: non fa quasi più notizia la stagione dei "paladini", che nonostante l'improvvisa perdita di Fitipaldo, volato ad Istanbul (auguri e in bocca al lupo) richiamato dal dio denaro, non ancora sostituito, trovano l'8° vittoria in campionato e, soprattutto, da designata vittima sacrificale non meno di 3 mesi fa, si ritrovano qualificati per le Final Eight di Coppa Italia con un turno d'anticipo.
Giocatori esperti e con gli attributi mescolati a giovani di talento e dal futuro più che roseo, il tutto sotto la sapiente guida di Gennaro Di Carlo, uno che ne capisce per davvero. STRAORDINARI.
MAARTEN LEUNEN voto 7: Avellino vince il derby del primo dell'anno sbancando il Palamaggiò. L'amico in questione tiene una lezione di come si possano ottimizzare, alla perfezione, i minuti che si spendono su un parquet. La sua prestazione rasenta lo scienticismo (licenza poetica): 19 punti con 8 tiri dal campo, 5 rimbalzi, 24 di valutazione, ma non sono tanto i numeri a rendergli onore, quanto l'assoluta capacità di fare sempre tutto giusto al momento giusto, dallo scarico per il compagno libero al semplice tocco del pallone nello sporcare un passaggio, facendo perdere un tempo di gioco. E' il cervello totale di questa squadra, non me ne vogliano Ragland e il folletto Green. PROFESSORE
GERMANI BRESCIA voto 6: perdi male, in casa, neanche 4 giorni prima, ma hai la forza di rialzarti andando a vincere in trasferta su un campo ostico come Torino, allora sei una squadra vera, composta da uomini prima che da giocatori.
Mi sa che i conti con le "rondinelle" vanno fatti per davvero, perchè questi sono l'autentica mina vagante di questo campionato, soprattutto con l'aggiunta di Burns, ormai completamente assorbito negli schemi e nel gioco di coach Diana. ATTENTION PLEASE.
MIRZA ALIBEGOVIC voto 5: ragazzo mio, va benissimo la faccia tosta, va benissimo la sfrontatezza, ma non bisogna mai esagerare, perchè sennò si fa il tiro al piccione e le partite si perdono, come nel tuo caso.
6 punti, 2/11 al tiro, una strampalata insistenza nel tiro pesante (2/9) quando avresti, nelle tue corde, anche altre soluzioni, vedi la tanto cara e vecchia penetrazione. SDENG.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA voto 4: pagata cara e amara l'impresa contro Milano di 6 giorni prima.
A Pistoia i ragazzi di Menetti vanno in gita, senza mezzi termini, completamente assaltati dalla Esposito's band, che ne approfitta e si prende 2 punti d'oro nella corsa a Rimini.
Detto che è difficile giocare in 7 ogni partita, che ogni anno questa squadra sembra un lazzaretto, ma è anche vero che, in una settimana, non si può passare dall'essere indemoniati all'essere mosci come una busta in balìa del vento. CONFUSI.
TYRUS McGEE voto 3: evidentemente ancora stordito dall'affascinante Capodanno veneziano, il prodotto di Iowa State "offre" una prestazione non da lui nella sconfitta della Reyer contro Sassari.
5 punti (2/8 al tiro), 4 palle perse, 4 falli commessi, -2 di valutazione, -2 di plus/minus, meno champagne e più pallacanestro. SECONDO PREMIO SDENG DEL 2017.
DOLOMITI ENERGIA TRENTO voto 2: qualche anno fa qualcuno disse: "portiamo la linea da 3 punti a 6.75 metri in modo da vedere un gioco non troppo legato al tiro da fuori, che sia più vario e coinvolga anche i giocatori che non hanno questa soluzione nelle loro corde". A Trento questo messaggio non deve essere arrivato. Contro Cantù la squadra di Buscaglia fa registrare la peggior prestazione di sempre, nel tiro da 3 punti, nella storia del nostro campionato: 20 tiri da fuori l'arco tentati, zero realizzati. Avete letto bene, 0/20 da 3 in una partita di professionisti. Quello che io dico, se notate che non va, provate anche a fare altro, perchè errare è umano, ma perseverare resta diabolico. RACCOMANDATA PECORA AL LUPO.
OPENJOBMETIS VARESE voto 1: in caduta libera la compagine "bosina", che a Cremona incappa nella terza sconfitta consecutiva, la 6° nelle ultime 7 partite.
Neanche la cura Caja sembra funzionare, la squadra non gioca da squadra (scusatemi il repeat), ognuno sembra andare dalla parte opposta, da possibile outsider si sta lentamente trasformando in fallimento totale, visto che erano ben altre le velleità, a inizio stagione, dei biancorossi.
Si inverta presto il trend, che alle spalle non stanno certo a guardare, e qualche rovinosa caduta del passato dovrebbe insegnare qualcosa. ENCEFALOGRAMMA PIATTO.
SANDRO DELL'AGNELLO voto 0: Caserta perde il derby in casa, occasione ghiotta per rilanciarsi dopo un periodo opaco, che invece prosegue inesorabile, con la 4° sconfitta consecutiva, la 5° nelle ultime 6 partite, una difesa che fa acqua da tutte le parti, un attacco inceppato e i soliti errori pacchiani che in partite tirate fanno tutta la differenza del mondo.
E lui? Se ne esce con una frase che è quasi peggio di quella che Maria Antonietta d'Asburgo disse al popolo, in rivolta per la mancanza di pane, nel 1741: "se non hanno più pane che mangino le brioches". Il coach afferma che "in 25 anni Caserta avrà chiuso al massimo una/due volte tra le prime otto. Non siamo nè Sassari nè Avellino che se non andiamo a fare la Coppa Italia sarebbe un disastro. Dispiacerebbe non andarci, ma di più non si può". Una dichiarazione di resa in piena regola, detta da uno che allena una squadra partita 6-1, seconda in classifica dopo 7 giornate, e che se non va in Coppa Italia, dopo un avvio del genere, non è un dramma? Non è un dramma, ma è un fallimento. Oltretutto che sportivo è uno che non si crea obiettivi, che non ha amibizioni, che non cerca di migliorare e migliorarsi, che non ha motivazioni? In aggiunta, e in riferimento all'ultima partita, ai tanti errori di gestione che si susseguono, perseveranti, da tempo immemore? Io penserei seriamente alle dimissioni, ma seriamente. PERDENTE.
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