Con la sofferta vittoria sul Porto Rico si è chiusa l'avventura della nostra Nazionale ai Mondiali di Cina 2019, un saldo di 3 vittorie (Filippine, Angola e Porto Rico) e 2 sconfitte (Serbia e Spagna) che permette, all'Italia, di classificarsi al 10° posto finale, ottenendo quindi un posto per uno dei 4 tornei Pre Olimpici in programma dal 6 al 12 Luglio 2020.
Obiettivo minimo raggiunto, senza alcun dubbio, visto che, alla vigilia della spedizione cinese, quello ci si era prefissato, ma...c'è un ma, perchè si resta sempre dell'idea che quando si sta ballando si deve continuare a ballare, e quel ballo suadente nel quale eravamo coinvolti, sul 56-52 per noi a poco meno di 4 minuti dalla fine nella sfida contro la Spagna, andava portato a termine, perchè c'era la possibilità, perchè mai come questa volta la terribile Spagna pigliatutto degli ultimi 13 anni sembrava così alla portata, e invece siamo riusciti, ancora una volta, a complicarci la vita, a commettere errori evitabili e banali, a steccare l'appuntamento con la storia.
Così come a Lille nel 2015, a Torino nel 2016 e a Istanbul nel 2017, quella di Wuhan è la quarta istantanea di questo eterno "what if" nel quale questa generazione continua a sguazzare senza riuscire a venirne a capo.
E chissà che il prossimo Pre Olimpico non sia davvero l'ultima vera occasione per provare a scrivere qualcosa di importante, senza dover stare qui a pensare che con una Nazionale, forse, mai così forte a livello singolo, non si è riusciti ad andare oltre ad un quarto di finale agli Europei.
Tornando al presente, andiamo a fare una nostra analisi su quello che i nostri ragazzi hanno prodotto in questa kermesse.
PROMOSSI
Aveva tanto da farsi perdonare, dopo il tristemente famoso cazzotto a Kok che gli è costato mano ed Eurobasket 2017 (chissà se con lui a disposizione, parlando sempre di "what if"...), e diciamo che ci è riuscito.
Danilo Gallinari resta la nostra Star assoluta, il vero e unico fenomeno di cui disponiamo, e da tale si è comportato, oltre che da leader del gruppo. Al di là delle cifre (17.2 punti di media conditi da 5.6 rimbalzi e 2.8 assist) il "Gallo" è stato sempre trascinante in tutte e 5 le partite, ha sempre suonato la carica ed ha sempre scelto bene le sue giocate, alcune delle quali deliziose (l'ormai famoso step back), oltre a farsi sentire anche in difesa e a rimbalzo, da lui si deve ripartire, almeno per l'immediato, senza dimenticare che ha saltato quasi per intero la preparazione visto l'intervento di appendicite di inizio Agosto.
Senza dubbio Paul Biligha merita una menzione d'onore, per come non ha mai dimostrato timore contro avversari più alti e grossi di lui (Jokic, Marjanovic e Marc Gasol su tutti), lui che arriva a stento a 200 cm. La sua difesa su Gasol nel match con la Spagna è stata ai limiti dello storico, oltre che commovente, sempre energico e sul pezzo, sempre presente a rimbalzo, a livello caratteriale ne vorremmo 12 come lui.
Da promuovere anche Amedeo Tessitori (sempre pronto quando chiamato in causa, è lui ad aver suonato la carica contro Porto Rico, con la penuria di centri attuale il classe '94 in forza a Treviso può essere un'opzione se continua nella sua crescita, anche perchè ha entusiasmo da vendere), Awudu Abass (considerato il 10°/11° uomo, anche lui ha risposto sempre presente quando impiegato, forse, nel finale contro la Spagna, con l'attacco inceppato, poteva tornarci utile, bene contro Porto Rico) e Daniel Hackett (l'altro leader del gruppo, carattere, cuore e grinta da vendere, il nostro miglior difensore sulla palla, crescita offensiva costante, faccia tosta, nessuna paura, imprescindibile).
RIMANDATI
Non vogliamo concedere alibi, ma un'analisi si basa sempre sui dati di fatto, e che Gigi Datome fosse arrivato a questi Mondiali, forse, al 40% stentato dopo l'operazione di pulizia al ginocchio di fine Giugno, è un dato di fatto.
Per questo non lo bocciamo, nonostante il suo torneo presenti più ombre che luci, discontinuo contro la Spagna per poi scomparire nel finale, evanescente contro la Serbia dove i suoi falli evitabili l'hanno definitivamente messo fuori dalla partita, speriamo di averlo al 100% l'estate prossima, perchè sul suo attaccamento alla maglia azzurra non abbiamo mai dubitato.
Nel limbo anche Alessandro Gentile, che ancora una volta ha rimandato questo tanto atteso salto di qualità, nonostante i colpi non manchino e anche il talento, serve trovare continuità di rendimento e coscienza che, per questo gruppo, è un valore aggiunto molto importante.
Per quanto riguarda Ariel Filloy e Amedeo Della Valle di più, decisamente, non si poteva chiedere: il primo, inutilizzato contro Serbia e Spagna, ha realmente giocato solo contro Porto Rico (contro Filippine e Angola semplici apparizioni), e ha fatto il suo nella rimonta dopo i primi, orribili, 25 minuti. Il secondo, a questi livelli, non ci ha quasi mai giocato, a Milano è stato in naftalina un anno intero, contro la Spagna si è fatto trovare pronto ma non sembra avere ancora quella fiducia che serve.
BOCCIATI
15 punti, 4 rimbalzi, 3.2 assist e 1.2 recuperi di media. Numeri, volendo, di tutto rispetto, eppure, come avviene da 13 anni a questa parte, da Marco Belinelli ci si aspetta di più, quel passo avanti che, sistematicamente, quando la partita conta non avviene mai, e lui era l'unico, di questo gruppo, ad aver già disputato un Mondiale, nel 2006 in Giappone. Gli errori, sui due lati del campo, nel momento topico della sfida con la Spagna pesano troppo per l'altro leader, tecnico ed emotivo, di questa squadra, così come le forzature eccessive contro la Serbia, ed è assurdo pensare come questi discorsi, quando si parla di lui, tornino sempre puntuali da 4 anni a questa parte, e non solo.
Assolutamente dietro la lavagna Jeff Brooks e Luca Vitali: il primo, forse, soprattutto visti i trascorsi e i successi, è la delusione più cocente, lui che sarebbe dovuto essere il completamento offensivo dei primi violini azzurri, è venuto totalmente meno (4.4 punti di media), e anche in difesa, considerando esplosività e atletismo, se escludiamo qualche stoppata non ha dato alcun apporto.
Anche da Vitali, ormai esperto e nel giro della Nazionale da oltre 10 anni, ci si aspettava di più, invece tanti errori, tante scelte sbagliate, tanta inconsistenza, quasi un uomo in meno nella rotazione, e tendiamo a togliere il quasi.
E Romeo Sacchetti? Quando si vince, così come quando si perde, meriti e colpe sono equamente divisi. L'obiettivo minimo è stato raggiunto e questo lo sappiamo e l'abbiamo già detto, ma un bilancio nella gestione dell'head coach anche di Cremona va fatta.
Dubbi fin dall'inizio riguardo le scelte e le convocazioni: non avendo un gioco reale, escludendo penetra e scarica e corri e tira, a cosa serve portare tre playmaker? E non a caso scelta completamente sconfessata visto che Filloy, contro Angola e Filippine, ha giocato stentati 10 minuti e contro Serbia e Spagna non è proprio entrato, non era meglio portare un lungo in più vista l'assenza di Melli e l'assenza di materiale in generale? Ovvero portare Polonara, che ha vinto una coppa europea e giocato la finale scudetto da protagonista? O a Vitoria non capiscono niente che l'hanno preso per giocare l'Eurolega?
Aradori sarebbe stata una fondamentale alternativa diretta di Belinelli, se non
altro perchè ha esperienza, carisma e sa fare canestro anche a gioco rotto, e
quest'anno ha vinto una coppa europea da protagonista, magari sarebbe servito molto
più lui di un Della Valle, ad esempio, che viene da un anno dove ha giocato
poco o niente a Milano, quindi Aradori e Polonara per Filloy (o Vitali) e Della
Valle, poteva avere, forse, più senso, parlando sempre di "what if".
Dopodichè: assurdo questo monotemismo offensivo, non un pick
& roll, non un post basso, non un'uscita dai blocchi, rotazioni strane (ancora non si capisce perchè non ha più schierato Abass contro la Spagna, un
tiratore, in quel momento di empasse, magari avrebbe fatto comodo visto che non
segnava più nessuno), non un accorgimento difensivo (non si è visto un
adeguamento difensivo sul pick & roll della Spagna, che ci ha SEMPRE
bucato, poi Rubio ha deciso di graziarci sbagliando di tutto e di più e
collezionando palle perse, ma ci hanno SEMPRE bucato e noi non abbiamo fatto un
adeguamento che fosse uno), senza dimenticare i time out, troppo spesso privi di accorgimenti tecnici e motivazionali, anche perchè una squadra che, soprattutto nelle sfide contro Serbia e Spagna, non commette quasi mai fallo, anche per intimorire l'avversario o proprio come sinonimo di presenza, ed è spesso piatta ha bisogno di essere scossa, anzichè vedere time out spesso privi di tutto questo.
A sua discolpa c'è, sicuramente, l'aver dovuto rinunciare ad un giocatore chiave come Melli (che speriamo possa tornare a disposizione la prossima estate) e l'aver dovuto preparare la competizione senza Datome e Gallinari, tornati a disposizione solo nella settimana che ha portato all'esordio Mondiale, ma in generale c'è qualcosa da rivedere.
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