Con un’accelerata nel terzo quarto Philadelphia prende
possesso di gara 6, andando poi a vincere in scioltezza in Canada. I 76ers
chiudono così 4-2 una serie che si era complicata, scacciando i fantasmi,
soprattutto di Doc Rivers, di una rimonta dei Raptors. Due sconfitte
consecutive, infatti, avevano riportato in superficie i discorsi sui celebri
crolli di alcune squadre allenate da coach Rivers in passato, l’unico tecnico
nella storia della lega ad aver perso tre serie dopo essere stato avanti 3-1.
L’idea quindi di tornare a Philadelphia per una pericolosissima gara-7, dopo
essere stati avanti 3-0 nella serie, spaventava non poco i tifosi dei 76ers. Ma
ci pensa Embiid, 33 punti e 10 rimbalzi, a mettere ko Toronto con un’altra
prestazione di tutto rispetto. Philadelphia si guadagna così l’affascinante
sfida con gli Heat, che prenderà il via lunedì a Miami, al secondo turno.
Non arrivano buone notizie in casa Raptors: Nick Nurse deve rinunciare anche in
gara 6 a VanVleet, e la squadra ospite non fa sconti partendo subito con il
piede giusto. Embiid e Harden guidano i 76ers al parziale di 12-4 che permette
a Philadelphia di prendere in mano le redini del match. Toronto risponde con la
produzione di un super Boucher nel secondo quarto, Siakam dà una mano e i
canadesi tornano avanti. Le triple di un Green decisivo in questa serie aiutano
gli ospiti, che chiudono il primo tempo in crescendo arrivando al riposo in
vantaggio 62-61. Un match divertente ed equilibrato cambia copione nel terzo periodo.
Le triple di Maxey in apertura di ripresa accendono l’attacco di Philadelphia.
Arrivano anche i punti di Harden. Dall’altra parte, invece, Toronto si mette a
litigare con il canestro. Un monologo dei 76ers che in poco più di quattro
minuti mettono in ghiacciaia la serie piazzando il decisivo parziale di 17-0. I
Raptors vanno al tappeto e non riescono più a rialzarsi, Philadelphia così
tocca il più che confortevole +23 nel finale di un terzo periodo dominato in
lungo e in largo. Non c’è più partita con la squadra ospite che riesce
addirittura ad allungare in un quarto periodo senza storia, i 76ers così
sbarcano al secondo turno.
I Phoenix Suns vincono a New Orleans gara 6 e chiudono la serie contro i Pelicans. La squadra allenata da Monty Williams ora giocherà il 2° turno contro i Dallas Mavericks (gara-1 nella notte italiana tra domenica 1 maggio e lunedì 2, alle ore 4). Storico Chris Paul con 33 punti senza sbagliare nemmeno un tiro, 13/13 da due, 1/1 da tre, fondamentale anche il ritorno sul parquet di Devin Booker. New Orleans esce a testa altissima e sogna il futuro aspettando il rientro di Zion Williamson.
Phoenix ha cercato di controllare il ritmo della gara sin dall’inizio, forzando un gioco a metà campo più lento e ricamato, ma New Orleans ha retto l'urto con fisicità, costringendo gli avversari a cambiare piano partita. Solo nel 2° tempo la squadra di coach Williams è riuscita ad allinearsi allo spartito tecnico della gara. Chris Paul ha fatto il Chris Paul e Phoenix ha smesso di pensare di voler schiacciare l’avversario e si è calata nella parte. La qualità offensiva dei Suns (60% al tiro) e la straordinaria versatilità della loro difesa, soprattutto nel 3° e 4° periodo, hanno fatto la differenza. Inevitabile, però, soffermarsi sui singoli. Chirurgici Deandre Ayton (22 punti, 7 rimbalzi e 4 assist) e Mikal Bridges (18 punti) e positivo anche il rientro salvifico di Devin Booker (13 punti, 5/12).
E poi, ci sarebbe anche CP3: 33 punti, 14/14 al tiro e 4/4 ai liberi, 8 assist e 5 rimbalzi. Nella storia dei playoff, nessun giocatore aveva mai tirato così tanto in una partita senza mai sbagliare. Una prestazione leggendaria del "Point God", non la prima di questa serie e di certo non l’ultima di questi playoff.
L’ultima volta che
Dallas aveva vinto una serie playoff, Jason Kidd stava abbracciando Dirk
Nowitzki, mvp delle Finals 2011 nelle quali i Mavs avevano trionfato contro i
primi Miami Heat di LeBron James. E Luka Doncic era un 12enne figlio d’arte che
amava il basket e sognava nella sua Lubiana di diventare un giorno un campione,
senza avere ancora assaggiato il Real Madrid. Undici anni dopo, uno allenatore
e l’altro star, hanno entrambi guardato impietriti mentre Bojan Bogdanovic scagliava
sulla sirena, proprio davanti alla panchina di Dallas, la tripla del possibile
sorpasso di Utah: palla respinta dal ferro e apoteosi Mavs. I texani rompono
una sorta di maledizione con questo 98-96 con cui chiudono i conti in gara 6 e
si guadagnano la semifinale di conference contro Phoenix, al via lunedì in
Arizona.
Utah prova a prendere il controllo di un match molto difensivo accelerando
negli ultimi 6’ del primo tempo, chiuso sul 53-41 con un parziale di 20-7.
Dallas riordina nel idee in spogliatoio e reagisce nell’intervallo: Doncic con
10 punti nel terzo periodo guida il ribaltone offensivo, la difesa invece tiene
i Jazz a 6/17 al tiro. I Mavs cominciano l’ultimo quarto avanti 77-72 e
allungano fino a +8, ma Utah ha ancora voglia di lottare e aggancia con Gobert
sull’88-88 con 4’22” da giocare. Îl finale è thrilling: Brunson fa 97-94 Mavs
con 2’03” da giocare, Gobert riporta Utah ad un punto di distanza con 35” sul
cronometro. Brutto errore di Conley a 5” dalla fine, Brunson fa 1/2 dalla lunetta.
Utah ha 4” per provare il miracolo: sulla rimessa la palla arriva a Bogdanovic,
ma la sua tripla finisce sul ferro. E mentre Dallas parte per Phoenix, i Jazz
vanno in vacanza. Quando torneranno saranno probabilmente molto diversi da
quelli che si sono arresi a Doncic.
Toronto Raptors - Philadelphia 76ers 97-132 (2-4)
New Orleans Pelicans - Phoenix Suns 109-115 (2-4)
Utah Jazz - Dallas Mavericks 96-98 (2-4)
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