I Boston Celtics ritrovano sia Marcus Smart che Al Horford
e dominano Miami in gara 2, vincendo alla Ftx Arena grazie a una prestazione di
squadra mostruosa sui due lati del campo. Per gli Heat si tratta della prima
sconfitta casalinga in questa postseason. Celtics disarmanti per fiducia ed
efficacia, con un vantaggio che ha toccato anche i 34 punti nel 4° periodo. La
squadra di Ime Udoka, che in questi playoff ha un record di 4-0 nelle partite
successive a una sconfitta, torna ora a Boston per giocare le prossime due gare
della serie in una condizione psicofisica ottimale.
Chiunque abbia seguito i Celtics in questa stagione lo sapeva ben prima di
questa partita. Con Marcus Smart e Al Horford, Boston è un’altra squadra. Al di
là dell’assenza importante di Derrick White (è appena diventato padre), i
Celtics hanno recuperato due giocatori chiave per gli equilibri tecnici e il
loro impatto si è visto da subito. Una rotazione iniziale a 7 uomini con Al
Horford e Robert Williams in quintetto base a dare maggiore spessore fisico
sotto canestro. La difesa dei Celtics è stata soffocante, versatile e intensa.
Miami non ha mai avuto una chance. Boston ha anche governato l’attacco con
calma e lucidità. Zero isolamenti (segnale di salute positivo), palla che si è
mossa a dovere, extra pass e tiri ben costruiti (28 assist di squadra).
Le percentuali dicono che Boston ha tirato col 51% dal campo e col 50% da tre
(20/40), quest’ultima la chiave principale dei parziali che hanno asfaltato
Miami nel 1° tempo. Jayson Tatum (24
punti, 5 rimbalzi e 5 assist) e Jaylen
Brown (24 punti e 8 rimbalzi) hanno recitato il loro ruolo alla perfezione,
così come il poliedrico Grant Williams, quasi perfetto dal campo con 19 punti,
5/7 al tiro, 2/2 da tre e 7/8 ai liberi. L’Mvp della partita, però, è stato
Marcus Smart, che ha accarezzato la tripla doppia con 24 punti, 12 assist, 9
rimbalzi e 3 recuperi in 40’. Una presenza totale la sua, avvolgente e
coinvolgente in ogni possesso. Smart è uno che sempre fa la differenza. Il cuore
della squadra. Impossibile immaginare Boston senza di lui.
Gli Heat sono durati pochissimo in questa partita, giusto lo spazio di qualche
possesso (ben giocato, va sottolineato) a inizio 1° quarto e nella timidissima
reazione nel 3°. L’infortunio al ginocchio sinistro di PJ Tucker, limitato ad
appena 22’ sul parquet da una contusione (verrà sottoposto ad una risonanza
magnetica nelle prossime ore), ha fatto svanire anche la più piccola delle
certezze degli uomini di Erik Spoelstra, sopraffatti in gara 2 laddove erano
stati superiori nella prima partita: qualità delle esecuzioni e fisicità. Jimmy Butler (29 punti) è stato tra i
pochi ad opporsi all’inevitabilità, tentando l’impossibile per accendere la
rimonta. Male sia Bam Adebayo, appena 6 punti con 6 tiri dal campo, che Tyler
Herro (11 punti): dovranno entrambi fare un passo avanti nelle prossime gare
lontano da Miami. Era lecito aspettarsi una reazione dai Celtics, persino una
loro vittoria, ma non di queste proporzioni. Miami deve ora ritrovarsi, soprattutto
mentalmente, ed andare a Boston con l’obiettivo di riappropriarsi del fattore
campo. In conferenza stampa, Butler ha promesso a tutti che i suoi troveranno
un modo per farlo.
I primi 4 minuti e mezzo di gara 2 sono firmati Miami Heat. La squadra di coach
Spoelstra va sul +10 (18-8) e sembra quasi non aver interrotto il flusso
positivo della prima partita. Boston ritorna subito con prepotenza, chiudendo
il quarto con un parziale di 27-6. Nel 2° periodo la squadra di Ime Udoka alza
ancora di più la qualità e l’intensità di gioco. Il vantaggio tocca addirittura
il +29 (68-39) con Tatum è già a quota 20 punti con 7/10 al tiro. Heat
cancellati dal campo. È Butler con 16 punti a trascinare i suoi nel 3° quarto
verso una coraggiosa, ma alquanto improbabile, rimonta. I Celtics, infatti, non
si disuniscono e rispondono guidati da Smart (11 punti pesantissimi) e dalla
difesa. A inizio 4° periodo arriva anche il +30 (103-73) che sancisce con largo
anticipo l’1-1 nella serie.
Miami Heat – Boston Celtics 102-127 (1-1)
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