Capolavoro Bucks. Trascinata da Giannis Antetokounmpo e dalla sua seconda tripla doppia in carriera nei playoff (24 punti, 13 rimbalzi, 12 assist), Milwaukee sbanca Boston e si prende gara 1 della semifinale di conference.
I campioni in carica, dopo un piccolo sbandamento iniziale, hanno controllato dall’inizio alla fine, col loro fenomeno greco straordinario mattatore in attacco capace di coinvolgere i compagni, e la difesa che ha mandato fuori giri Jayson Tatum (21 puti con 6/18 al tiro) e Jaylen Brown (12 con 4/13), i due nomi cerchiati in rosso sulla lavagna nello spogliatoio ospite. Impossibile per Boston reggere il confronto con una squadra rodata come Milwaukee, che non ha risentito nemmeno dell’assenza di Khris Middleton. Servirà qualcosa di decisamente diverso dalla squadra di coach Udoka in gara 2, in programma martedì sempre al TD Garden.
Antetokounmpo è la firma sul trionfo dei Bucks. Ha giocato una partita eccezionale, funzionando di fatto da playmaker di Milwaukee, con la palla spesso tra le sue mani e la visione di gioco che gli ha permesso di fare a pezzi la difesa avversaria. I Celtics hanno sofferto le sue irresistibili penetrazioni al ferro, ma soprattutto i suoi assist con cui ha creato altri 31 punti.
Milwaukee perde 7 palloni nei primi 9’, ma chiude il primo quarto con un parziale di 10-0 sul 27-24. Boston è in difficoltà con Tatum e Brown che fanno fatica, Giannis guida magistralmente i Bucks coinvolgendo i compagni e i campioni arrivano all’intervallo avanti 56-46, con Boston che trema quando Smart esce per un infortunio alla spalla destra. L’anima dei Celtics è di nuovo in campo in avvio di ripresa e serve a Boston per rimanere a contatto, nonostante Giannis provi più volte ad organizzare la fuga di Milwaukee. L’ultimo quarto comincia con gli ospiti avanti 78-70: Antetokounmpo alza ancora il livello e i Celtics non reggono l’urto, spazzati via dall’MVP delle ultime Finals. Giannis inventa una schiacciata irreale a 6’18 dalla fine per il 94-78 e il match, di fatto, va in archivio.
Dimostrazione di maturità impressionante di Golden State, che vince a Memphis gara 1 della serie di secondo turno dei playoff nonostante l’espulsione di Draymond Green poco prima di metà partita, nonostante episodi arbitrali discutibili e sfavorevoli, nonostante il divario di altezza con gli avversari sotto canestro, i 34 punti di Morant e i 33 di Jackson, suo primato personale ai playoff. I Warriors hanno il DNA dei campioni, e sopravvivono alla tempesta due volte: sotto anche di 13 punti nel primo tempo e rimontati da +10 nell’ultimo quarto sino a prevalere. Grazie a una tripla gigantesca di Thompson, ai 31 punti di Poole, a uno stop difensivo di Curry su Morant. I campioni trovano un modo per vincere, nelle difficoltà. Si rifiutano di perdere. Memphis si accorge che i Dubs non sono Minnesota: i Grizzlies rimontano proprio come contro i Wolves nel finale, eppure stavolta non basta.
Payton in quintetto per i Warriors, Memphis ancora senza Adams, nel protocollo Covid. Tillman in quintetto. La schiacciata di mano sinistra di Payton che salta con le molle, è il primo sussulto della panchina. I Grizzlies dominano a rimbalzo, con Clarke scatenato sotto i tabelloni. 32-24 Memphis dopo 12’: Morant con 14 punti e una caduta dall’attico sulla schiena che fa male solo a guardare. L’ingresso di Looney aiuta i Warriors a rimbalzo, Memphis comunque anche +13, ma un paio di triple di Poole riportano sotto i californiani cavalcando un 10-0 di parziale. Ma Memphis tiene: Jackson sfoggia tutto il repertorio offensivo, segnando da sotto e da fuori, Melton porta punti rapidi dalla panchina locale.
Green commette un fallo duro su Clarke con 1’19” da giocare prima dell’intervallo, arrangiandosi con le cattive sotto canestro. C’è un primo colpo al volto, la cui volontarietà è da valutare, poi uno strattone che prova a ritrattare tenendolo su, subito dopo. Viene cacciato dagli arbitri per "flagrant 2", con decisione francamente discutibile. 61-55 a metà gara, col canestro sulla sirena di Morant. Thompson ha giocato solo 10’ per colpa dei 3 falli.
Looney e Poole sono in quintetto per Coach Kerr nel secondo tempo. Un 9-0 di Golden State coronato da una tripla di Curry vale il sorpasso ospite. Jackson replica, con 28 punti stabilisce il suo primato playoff già nel terzo quarto, Poole replica ogni volta. 91-90 Dubs dopo 36’. Poole accelera ancora per il 103-93 ospite. Ma i Grizzlies non si arrendono, come già dimostrato coi Wolves, rimontati ancora e ancora nel turno playoff precedente. A Curry viene chiamato un discutibile quinto fallo in attacco nonostante il challenge di Coach Kerr consenta la “rivisitazione”. Il sorpasso arriva con 2’19” da giocare: il solito irresistibile Morant al ferro vale il 112-110. Clarke segna da sotto contro i Dubs ora versione mignon, con 4 guardie e Wiggins, i californiani replicano ala tripla di Thompson, poi arriva lo stop in difesa di Curry su Morant. Thompson fa 0/2 dalla lunetta e gli arbitri ne combinano un’altra: palla a due perché non sanno a chi assegnare il possesso. Memphis vince la contesa e ha 3” per l’ultimo possesso, ma a Morant non riesce l’appoggio con la mano sinistra sulla sirena. Golden State resiste alla tempesta e vince. Da grande squadra. Da squadra da titolo.
Memphis Grizzlies - Golden State Warriors 116-117 (0-1)
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