Philadelphia resta in piedi. Vince gara 4 di secondo
turno playoff al supplementare piegando Boston col batticuore. Grazie a una
prestazione spettacolare di Harden
da 42 punti, con la perla della tripla decisiva, che salva i 76ers, che avevano
dilapidato ben 16 punti di vantaggio. E parevano spacciati, sotto di 5 in
volata a fine regolamentari con Embiid incartato da Horford e Smart in versione
guerriero ispirato. E invece proprio lui segna la tripla del potenziale
successo esterno, ma con un paio di decimi di secondo di ritardo, appena dopo
la sirena, a fine overtime. Philly trema, come Tatum che passa quel tiro e
scarica causando la palla persa sul possesso decisivo, ma poi esulta dopo il
replay chiarificatore. Serie sul 2-2, adesso, si torna a giocare a Boston,
martedì, nella notte italiana. Celtics ancora favoriti, più squadra, più lunga,
ma questa potrebbe rivelarsi una vittoria cruciale per l’inerzia della sfida,
per come è maturata.
Subito 8-2 Philly che
parte forte, di buone intenzioni, Brown segna i primi 10 punti degli ospiti, ma
commette due falli nei primi 4’ e deve andare in panchina in anticipo. Boston
non segna più, sostanzialmente. 27-19 76ers a fine primo quarto con Embiid che
si diverte contro Grant Williams e gli segna contro in tutti i modi possibili o
immaginabili e Tatum che chiude i primi 12’ a zero punti. L’Mvp e Brown già con
12 ciascuno. Harden sembra tornare in attacco quello di Gara 1: 11 punti nei
primi 5’ del secondo periodo. Brogdon tiene in partita i suoi, cerebrale,
Embiid comunque esonda per il +16 Philly (56-40). Tatum realizza il primo
canestro con 28” rimasti da giocare prima dell’intervallo. Philadelphia ci va
avanti "solo" 59-50. Ha sprecato l’occasione di chiudere la partita:
Harris e Melton sono impresentabili. A metà gara 40 punti combinati della
coppia Harden (21)-Embiid (19). Il gran primo quarto di Brown (arrivato poi a
16 punti) e il gran secondo quarto di Brogdon (13 complessivi) tengono in scia
gli ospiti.
Harden continua a imperversare da 3 punti. Porta i suoi sul +15 a metà terzo
periodo. Ma Harris ne combina di tutti i colori. I 12 punti nel periodo di
Tatum, che si sveglia, tengono Boston a portata di rimonta. 92-83 Philly dopo
36’. E nel quarto periodo i 76ers implodono. Fragorosamente. Non fanno più
canestro. Embiid diventa piccolo piccolo, al cospetto dell’esperienza di
Horford, schiacciato dalla pressione. Non una bella vetrina per chi ha appena
vinto l’Mvp. Tatum pareggia sul 96 pari. Philly con appena 4 punti nei primi 8’
dell’ultimo quarto. La schiacciata di Horford vale il sorpasso: 98-96. La
tripla di Smart pare il colpo di grazia, poi altra tripla di Brogdon per il +5
ospite, ma un imprevedibile gioco da 3 punti di Tucker a rimbalzo d’attacco
pareggia i conti. 105 pari. Embiid non segna neppure 1 contro 1 opposto a
Smart, ma Harden pareggia con 16” da giocare e Smart sbaglia la tripla per
vincere sulla sirena. Supplementare.
Non segna più nessuno. La partita diventa nervosa. Le difese si mangiano gli
attacchi. Un evidente fallo in attacco di Tatum viene perso dagli arbitri e si
trasforma nella tripla del +2 Celtics. Ma Harden replica da 3, e si rivela il
tiro della vittoria. Tatum infatti non se la sente di prendersi l’ultimo tiro,
passa a Smart che riceve e segna, ma a tempo scaduto, appena dopo la sirena.
Finisce 116-115, Philly la scampa. E ora la pressione torna sulle spalle dei
Celtics che hanno sprecato un sostanziale match-point
Phoenix Suns - Denver Nuggets 129-124 (2-2)
I Suns sono vivi e, nonostante l’assenza di Chris Paul,
tirano fuori dal cilindro una prestazione offensiva da applausi e superano i
Nuggets in gara 4, pareggiando così la serie. Una partita davvero bella con
tante certezze per coach Monty Williams, come la solita produzione della coppia
Durant-Booker (36 punti a testa) e
qualche gradita sorpresa che arriva soprattutto dai 40 punti della panchina
(contro gli 11 di Denver) merito soprattutto di uno Shamet decisivo. Gli ospiti
fanno quello che possono per tenere il ritmo dei Suns, tirano con un eccellente
56% e trovano i 53 punti di un Jokic
assolutamente immancabile.
Il match è vivo fin dalla palla a due con gli attacchi
ad avere costantemente la meglio sulle difesa. Jokic e Murray sembrano
indemoniati ma piano piano un Booker incredibilmente efficiente riporta i Suns
in scia. Succede anche l’imprevedibile con Jokic che, finito in prima fila alla
ricerca di un pallone vagante, dopo aver cercato di prenderlo dalle mani del
proprietario dei Suns, Mat Ishbia, gli dà una piccola spinta, condita dal
“flop” dell’ex giocatore di Michigan State. Arriva un tecnico per il serbo
anche se Ishbia di sicuro ci mette del suo. Nel terzo quarto il match resta in
grande equilibrio, nessuno sembra sbagliare in attacco (Phoenix alla fine
chiude con il 57% al tiro) e l’intensità resta altissima.
A dare la scossa decisiva a una gara nella quale a brillare sono naturalmente
le quattro stelle, Booker, KD, Murray e Jokic, ci pensa però l’improbabile
Shamet. Quattro triple nella frazione finale fanno dell’ex Nets (che firma 19
punti) l’uomo del match. Jokic continua a trovare il canestro con una facilità
disarmante ma i Suns prendono in mano le redini della gara e scappano a +10 a
4’56’’ dalla sirena con la quarta tripla nella frazione di Shamet. I Nuggets
non gettano la spugna e provano a produrre la rimonta, tornando, con il canestro
di Murray, al -3 a 1’08’’ dalla fine. I liberi di Warren e Durant però chiudono
il discorso e regalano ai Suns il fondamentale successo che pareggia i conti di
una serie che tornerà a Denver nella notte italiana tra martedì e mercoledì
(ore 4) per gara 5.
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