Gioco partita incontro. Milano sfrutta il primo match
point a disposizione e chiude la serie con Sassari, accedendo alla terza finale
scudetto di fila. Napier una sentenza, Shields una garanzia. Dopo il minuto di
silenzio per il femminicidio di Giulia Tramontano, richiesto in maniera
congiunta da Dinamo e Olimpia, si parte con una Milano a giri alti. La squadra
di Messina colpisce con Napier e Voigtmann, ancora un enigma per la difesa di
Sassari, mentre Bucchi si affida alla panchina per fermare la fuga ospite
iniziale.
Robinson guida i biancoblu trovando con le sue
accelerazioni i cambi di ritmo che sembrano l’unico punto debole di una difesa
di Milano sempre produttiva; dall’altra parte del campo, Shields è la risorsa
che ferma l’intraprendenza ospite nei momenti migliori e consente all’Olimpia
di chiudere a +5 la prima parte di gara: 36-41 al 20’. Dopo la pausa lunga
Sassari trova le triple e il sorpasso, Milano però nel momento migliore dei
padroni di casa risponde in maniera veemente, Shields si conferma una garanzia,
Datome trova come in gara 2 i canestri pesanti e l’Olimpia fugge scavallando la
doppia cifra di vantaggio in chiusura di terzo quarto. La gara si decide in
apertura dell’ultima frazione, il 6-0 firmato Napier vale il +18 che mette alle
corde la Dinamo, Milano continua a difendere forte costringendo Sassari a
forzare. La resa definitiva arriva al 35’ con il canestro di Melli che vale il
+23 e la nuova finale per l’Olimpia, Sassari alza dignitosamente bandiera
bianca e saluta il suo PalaSerradigmi, gli ultimi possessi servono solo a
definire il punteggio finale ed omaggiare Jack Devecchi che chiude la sua
carriera da capitano, dopo 17 stagioni in maglia Sassari.
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