I Knicks dimenticano gli infortuni, la stanchezza e il
ritmo dell’attacco di Indiana e producono un’altra prestazione da standing ovation
al Garden, dominando gara 5 e passando così a condurre 3-2 una serie davvero
interessante. Brunson si mette alle
spalle in fretta il passaggio a vuoto di domenica a Indianapolis, chiarisce
subito le cose con un primo tempo straordinario, condito da 28 punti, poi
chiude i discorsi all’inizio del quarto periodo. Alla fine la stella dei Knicks
firma 44 punti, trascinando la squadra al successo che regala loro due
match-point. Indiana dopo un buon primo quarto cala sensibilmente a livello
offensivo, concede rimbalzi in attacco in serie, soprattutto a un assatanato
Hartenstein (17 rimbalzi di cui ben 12 offensivi) e arranca, lasciando il
palcoscenico di un Madison Square Garden rumorosissimo a Brunson e compagni.
Haliburton fatica parecchio e questa volta la panchina di Indiana non riesce ad
avere un impatto decisivo.
I Knicks scappano via nel terzo quarto, anche grazie ai punti di un
sorprendente Burks, poi nella frazione finale si affidano come di consueto a
Brunson. L’ex Villanova risponde presente e con un parziale di sette punti
consecutivi, chiuso da uno splendido gioco da tre, spinge i Knicks al +20 a
7’57’’ dalla sirena. Indiana è costretta ad alzare bandiera bianca. I padroni
di casa, con un Hartenstein che nella zona pitturata cattura tutto quello che
gli passa vicino, dominano al rimbalzo (53-29) mostrando diverse soluzioni
offensive nonostante l’assenza, per il terzo match consecutivo, anche di
Anunoby. Una gara 6 che i Pacers non possono sbagliare andrà in scena a
Indianapolis venerdì.
Nikola Jokic riceve da Adam Silver
il premio di Mvp prima di gara 5, poi fa capire a tutti che cosa significa
essere un Most Valuable Player con una prestazione spaziale che va al di là dei
sui numeri, pur pazzeschi: 40 punti, 13 assist, sette rimbalzi e nessuna palla
persa. Trascinati dal loro leader i Nuggets vincono il quinto match della serie
e mettono Minnesota, che deve rinunciare all’infortunato Conley, con le spalle
al muro. Con un Murray che fatica con l’asfissiante difesa di McDaniels,
l’attacco dei Nuggets passa esclusivamente per Jokic. Il serbo fa venire il mal
di testa a Gobert, dall’altra parte Edwards litiga con il canestro, ma a tenere
in scia gli ospiti ci pensa un ottimo Towns. Minnesota va al riposo in ritardo
di sei lunghezze, non una pessima notizia con un Edwards che nel primo tempo
sbaglia sette degli otto tiri che prende.
L’inizio di ripresa è confortante per i Timberwolves che piazzano subito un
parziale di 11-3 e passano a condurre peccato però che dall’altra parte ci sia
l’Mvp che decide di lanciare un chiaro messaggio a tutta la Nba. Jokic si
rimbocca le maniche e con una giocata da cinema dietro l’altra spinge con una
facilità disarmante i campioni in carica al contro parziale di 23-8 che
indirizza il match. Gobert, Reid o Towns non cambia nulla, chiunque provi a
rallentare Jokic viene puntualmente punito dal serbo. Edwards non riesce a
tornare in carreggiata, Minnesota prova a prendere un minimo di fiducia quando
il lungo di Denver va in panchina all’inizio del quarto periodo, ma il copione
non cambia appena Nikola Jokic torna sul parquet. Denver resta in totale
controllo e i titoli di coda li fa partire il tre volte Mvp con una tripla
senza senso che riporta i Nuggets al +14 a 3’09’’ dalla sirena. Il resto è
accademia e ora Denver può chiudere i conti in gara 6 a Minneapolis
giovedì.
New York Knicks - Indiana Pacers 121-91 (3-2)
Denver Nuggets - Minnesota Timberwolves 112-97 (3-2)
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