Golden State Warriors - Houston Rockets 107-115 (3-3)
Golden State la combina grossa. I Warriors vengono
dominati 107-115 dai Rockets a San Francisco in Gara 6 del primo turno di
playoff e adesso rischiano parecchio dopo aver dilapidato il 3-1 di vantaggio
nella serie, ora sul 3-3. Gara 7 è in programma domenica in Texas (dalle 2.30
di lunedì ora italiana) e Houston la comincerà da favorita a questo punto. Dopo
aver sbancato il Chase Center conducendo per 45’ dei 48’ di partita, avanti
anche di 17 punti nel 4° periodo. Squadra giovane trascinata però dai veterani,
da Fred VanVleet, che ha vinto il duello tra registi con Steph Curry, e, udite
udite, da Steven Adams. Sì, quello Steven Adams e no, non si era ritirato. A 31
anni fa quel che vuole sotto canestro al Chase Center. I Dubs toppano la gara
nonostante l’esperienza playoff dei loro campioni. Coach Kerr ne combina di
tutti i colori, portato a scuola da Ime Udoka, Jimmy Butler è l’unico a
salvarsi, Curry ha sprazzi da fenomeno, ma senza continuità. Per il resto il
nulla cosmico.
Anzitutto VanVleet pare quello dei Toronto Raptors campioni nel 2019. Nelle
ultime tre partite la guardia 31enne ha tirato 18/27 da 3. In Gara 6 chiude con
29 punti, mandando a bersaglio 6 triple. Immarcabile. Poi Adams, si diceva. 17
punti, 5 rimbalzi, 3 stoppate, 4/4 al tiro dal campo, 9 liberi segnati: Kerr ha
avuto la malaugurata idea di mandarlo di proposito in lunetta, lui ha fatto
9/16 ai liberi e quando ha sbagliato i rimbalzi d’attacco degli ospiti hanno
compensato, in un paio d’occasioni. Udoka, come già aveva fatto Coach Finch per
Minnesota contro i Los Angeles Lakers privi di centri decenti, ha dominato con
la formula dei due lunghi veri, il ragazzone della Nuova Zelanda e Alperen
Sengun sul parquet assieme. Il turco ha imperversato: 21 punti, 14 rimbalzi, 6
assist e 3 palle rubate, guida i Rockets in tutte queste categorie nei playoff.
Il cast di supporto è stato disastroso. E se Buddy Hield e Quinten Post non
sono presentabili a questi livelli e la colpa è semmai di chi dà loro spazio,
va detto che Draymond Green è stato una sciagura, per atteggiamento e
rendimento. Come Gary Payton, che ha finito col mal di testa provando senza
successo a inseguire Van Vleet. Ma l’elefante nella stanza è Coach Kerr.
Quattro titoli Nba conquistati con i Dubs, l’oro olimpico vinto alla guida di
Team Usa, ma l’ombra dell’allenatore che è stato, al suo meglio. Insiste con lo
small ball non rendendosi conto che nel 2025 l’Nba va in un’altra direzione,
quella dei due lunghi tradizionali, come dimostrano Oklahoma City e Cleveland,
le squadre col miglior record stagionale, che fanno la differenza grazie a Chet
Holmgren e Isaiah Hartenstein e a Evan Mobley e Jarrett Allen. Butler e Green
non possono marcare Sengun e Adams, sono troppo più piccoli. Nella
pallacanestro la statura conta. Poi le rotazioni: panchinare Brandin Podziemski
per Payton s’è rivelato un errore, non far giocare Kevon Looney e Jonathan
Kuminga per dare spazio a Post è valutazione da alzata di sopracciglia. E
l’hack a Adams, che non è Shaq O’Neal, è parso puerile.
Payton parte in quintetto al posto di Podziemski. Dray Green becca subito un
fallo “flagrant” per una mossa di wrestling contro l’altro Green, Jalen. Fred
Van Vleet è indiavolato, fa sempre canestro. 25-21 Houston dopo 12’, Curry con
3 palle perse, Sengun e Van Vleet con 8 punti. Houston prevale a rimbalzo,
Green è piccolo e non salta: lui fa scena, gli avversari canestro. 46-35 dopo
un’altra palla persa dei Dubs, ma 11 punti di fila di Curry chiudono il
disavanzo. 53-48 Houston a metà gara. La zona dei Rockets ha messo in crisi
l’attacco Warriors. I Dubs tirano col 39% dal campo, le 10 palle perse hanno
generato 15 punti avversari. Van Vleet imperversa a inizio ripresa per il +9
ospite, Jabari Smith segna un paio di triple pesanti, Kerr manda in lunetta
Adams sistematicamente. Curry e Butler tengono in partita i Dubs quando
barcollano. Diventa 86-84 Houston dopo 36’. Van Vleet sfodera un gioco da 4
punti per aprire il 4° quarto, l’ennesima tripla poi vale il 101-89 con 6’47”
da giocare. Finita. Addirittura 106-89 sulla schiacciata di Adams. Houston
forza Gara 7 con una prova di maturità, i Dubs devono fare il mea culpa, si
sono messi nei guai e ora uscirne diventa complicato.
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