Cleveland Cavaliers - Indiana Pacers 112-121 (0-1)
Indiana fa subito capire alla squadra con il miglior
record della Eastern Conference nella stagione regolare che non sarà
assolutamente una passeggiata mandarla in vacanza. I Pacers tirano con
percentuali eccellenti dalla lunga distanza (53%) e nel momento più delicato
del match si affidano al loro leader Haliburton che risponde presente. I Cavs
senza l’infortunato Garland faticano nel primo tempo, poi dopo aver rimesso a
posto le cose crollano nella frazione finale. Indiana prende il controllo delle
operazioni segnando gli ultimi 10 punti del primo quarto poi con l’andare dei
minuti la squadra di casa, guidata da un Mitchell devastante quando attacca il
canestro ma impreciso dalla lunga distanza (1/11), torna in scia per riprendere
gli ospiti nel terzo quarto. Il buon impatto dalla panchina di Jerome aiuta ma
proprio quando i Cavs sembrano avere in mano l’inerzia del match, Indiana si
rimette ad attaccare con disciplina. Cleveland torna avanti a sette minuti
dalla fine ma Haliburton (22 punti e 13 assist) si rimbocca le maniche e spinge
i Pacers al parziale di 15-4 che la mette al sicuro e le regala il successo nel
primo match della serie. Gara-2 andrà in scena sempre a Cleveland martedì.
Houston Rockets - Golden State Warriors 89-103 (3-4)
Battere Steph Curry in gara-7 è un’impresa complicata
e Houston, dopo due successi di grande personalità, si rimette a balbettare in
attacco venendo così punita dall’esperienza della compagine californiana. Kerr
indovina tutte le mosse, salvo forse i minuti a un Kuminga assolutamente
inguardabile, riceve fisicità anche da un redivivo Looney e con tanti minuti di
zona manda in confusione l’attacco di Houston. Nel primo tempo a fare la
differenza ci pensa Hield vestendo i panni di Curry e firmando triple in serie.
I 22 punti del giocatore delle Bahamas permettono ai Warriors di andare al
riposo avanti 51-39 nonostante Curry chiuda con 1/7 dal campo per soli tre
punti. Troppo confusionario l’attacco dei Rockets con i soli Sengun e Thompson
a regalare un minimo di produzione a coach Udoka. Nella ripresa la musica non
cambia, Golden State arriva al +15 poi Houston tira fuori l’orgoglio e torna in
scia con un parziale di 14-4. Non basta perché Butler riaccende l’attacco dei
Warriors e in difesa gli ospiti tornano ad essere aggressivi e disciplinati.
Hield ha meno opportunità in attacco ma difende alla grande dando un contributo
decisivo alla causa. Golden State torna al +8 alla fine del terzo quarto, Curry
poi fa capire di non essere solamente una comparsa in gara-7 e con cinque
rapidi punti in apertura della frazione finale lascia un chiaro messaggio. La
squadra texana con un Thompson commovente prova a restare aggrappata al match
con i denti ma Steph Curry, il quale firma 14 dei suoi 22 punti nel quarto
periodo, ha altri programmi: il 12-0 di Golden State spinge i Warriors al +20 e
chiude definitivamente i conti, spedendo la truppa di Steve Kerr al secondo
turno. La serie con i Timberwolves prenderà quindi il via a Minneapolis
martedì.
Nessun commento:
Posta un commento