New York Knicks - Boston Celtics 93-115 (2-1)
Dopo essersi fatti recuperare nel primi due match
della serie, per ben due volte in vantaggio di 20 punti, i Boston Celtics
rispondono con personalità e vanno a vincere una sfida decisamente delicata in
casa dei New York Knicks al Madison Square Garden. I campioni in carica
ritrovano precisione dalla lunga distanza e mettono il risultato in cassaforte
già nel terzo quarto, andando così a vincere gara-3 in scioltezza 115-93. Con i
prezzi dei biglietti alle stelle il Garden era pronto a un match crucuale, ma i
Celtics hanno zittito il pubblico newyorchese trovando subito ritmo dalla lunga
distanza. Dall’altra parte i Knicks faticano in attacco, così Tatum e Brown si
esaltano e gli ospiti chiudono un primo quarto praticamente perfetto avanti di
16 lunghezze dopo aver tirato con 6/7 dalla lunga distanza.
Nella seconda frazione sale in cattedra anche un ottimo Prichard, Brunson e
Towns provano a tenere i Knicks in scia ma i compagni collaborano troppo poco.
Tutto diventa fin troppo facile per Boston che allunga e lascia solo le
briciole ai padroni di casa. I campioni in carica tornano negli spogliatoi
all’intervallo avanti 71-46, e il 63% con il quale Boston tira dalla lunga
distanza (a fine partita sarà 20/40) è esattamente quello che aveva prescritto
il medico per i Celtics, arrivati a New York col morale sotto i tacchi. Gli
ospiti questa volta non abbassano di un centimetro il livello di intensità e
continuano a giocare con disciplina in attacco. Brunson e compagni invece fanno
troppo poco a livello offensivo per mettere in difficoltà i Celtics, che
conquistano il loro primo successo di una serie che adesso si fa davvero
interessante. Lunedì, sempre al Madison Square Garden, andrà in scena gara 4.
Golden State Warriors - Minnesota Timberwolves 97-102 (1-2)
L’assenza di Steph Curry pesa come un macigno per i
Warriors che riescono a tenere testa ai Timberwolves fino a metà dell’ultimo
quarto, poi vanno in apnea con un esausto Butler e con Green che si vede
fischiare il suo sesto fallo a 4’38’’ dalla sirena. Edwards si trasforma nella
ripresa dopo un deludentissimo primo tempo, prende per mano Minnesota, la guida
al successo in gara-3 sul parquet di Golden State e la riporta in vantaggio
nella serie: 2-1. I T-Wolves alla
fine vincono 102-97 e lunedì in gara-4, in programma sempre a San
Francisco, ancora una volta con Curry ai box, avranno quindi l’occasione di
piazzare l’accelerata decisiva nella serie.
Il match parte a rilento con le difese che hanno la meglio sugli attacchi.
Golden State chiede gli straordinari a Butler e trova dalla panchina la
produzione di un Kuminga finalmente affidabile. Dall’altra parte Edwards fatica
a trovare ritmo dal campo, i Warriors così, pur non riuscendo mai a segnare dal
perimetro, in un modo o nell’altro restano davanti e chiudono il primo tempo in vantaggio 42-40
senza aver realizzato nemmeno una tripla (0/5 dalla lunga
distanza). Il 3/12 dal campo di Ant limita non poco l’attacco di Minnesota, ma
nella ripresa Edwards cambia marcia. Butler continua a risultare una spina nel
fianco della difesa di Minnesota, Kuminga lo affianca, ma coach Kerr riceve
troppo poco dal resto della squadra.
Golden State resta davanti, ma arriva col fiatone alle battute finali del
match. Avanti di cinque lunghezze a otto minuti dalla sirena perde la bussola.
Le giocate di Edwards e la leadership di un Randle ancora una volta decisivo
(tripla doppia per lui: 24 punti, 10 rimbalzi e 12 assist) cambiano la direzione al match con Minny che
piazza un parziale di 9-0. Green, intanto, si vedere fischiare due falli
ravvicinati ed è costretto a tornare definitivamente in panchina. Un brutto
colpo per i Warriors, che vedono anche Butler spegnersi completamente dopo una
partita da grande protagonista. Non bastano i canestri di Kuminga, Minnesota
resta a distanza di sicurezza e nonostante qualche evitabile turnover negli ultimi
due minuti, porta a casa senza grossi problemi il successo che le regala il
vantaggio di 2-1 in una serie destinata a lasciare grandi rimpianti ai Warriors
limitati dall’infortunio di Steph Curry.
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