Oklahoma City Thunder - Minnesota Timberwolves 124-94 (4-1)
I Thunder tornano alle Finals dopo 13 anni.
Demoliscono i Wolves 124-94 a Oklahoma City in gara 5 della finale della
Western Conference chiudendo la serie sul 4-1. Giocheranno per il primo titolo
della loro storia contro la vincente della finale dell’Est: la serie
Indiana-New York è sul 3-1 per i Pacers che come i Thunder non hanno mai alzato
il Larry O’Brien Trophy. Si respira aria nuova in NBA.
I giovani Big 3 di questi Thunder, Shai
Gilgeous-Alexander, Jalen Williams e Chet Holmgren, emulano i Thunder di Kevin
Durant, Russell Westbrook e James Harden, come loro capaci di trascinare la
franchigia, nata nel 2008, discendente dei Seattle Supersonics, a giocarsi
l’anello. I tre futuri membri della Hall of Fame nel 2012 furono sconfitti dai
Miami Heat di LeBron James, questi Thunder giocheranno le Finals da favoriti a
prescindere da chi troveranno di fronte da rivale dell’Est. La difesa è il
punto di forza, grazie a “cagnacci” come Lu Dort e Alex Caruso. In gara 5
mortificano gli avversari che raccolgono le briciole in attacco, appena 32
punti nel primo tempo. Oklahoma City forza 21 palle perse e difende con
fisicità. E in attacco l’mvp stagionale e anche della finale dell’Ovest,
Gilgeous-Alexander, fa la differenza - stavolta segna 34 punti - con uno stile
di gioco vintage: col tiro dalla media distanza e attaccando sistematicamente
il canestro avversario. Ha sponde in Williams e Holmgren che permettono ai
Thunder di non essere monotematici.
I Wolves, testa di serie n. 6, in gara 5 sono sembrati
miracolati arrivati alle semifinali playoff solo per l’infortunio di Steph
Curry e il sovrappeso di Luka Doncic nei turni precedenti. La matricola
Terrence Shannon è stato il loro miglior giocatore nella serie: detto tutto.
Minnesota non ha elementi in grado di leggere il gioco tranne Mike Conley, che
ha 37 anni. Tanti grandi atleti che giocano a pallacanestro, non grandi giocatori
di pallacanestro. Ci sarà molto da cambiare in estate. Due finali di conference
di fila appaiono più un jolly pescato due volte di fila in un mazzo di cento
carte che il trampolino di lancio per un futuro di gloria. Julius Randle è
inadeguato per questo livello, Ant Edwards immaturo dentro e fuori dal campo,
Rudy Gobert non c’entra nulla con lo stipendio da sultano che incassa e col
costo allucinante della sua sciagurata trade. Le Finals per Minny restano tabù.
Già 11-3 Thunder al primo time out. I Wolves partono
3/20 al tiro, sbagliandone di comodi: si sono arresi prima di cominciare a
giocare. Randle trova modi fantasiosi per perdere la palla, la difesa di Okc
domina, la difficoltà nella comprensione del gioco di Minnesota è impensabile.
26-9 dopo i primi 12’. Partita già decisa. Gilgeous-Alexander con più punti,
12, di tutti gli avversari assieme. Diventa presto una punizione. I Thunder si
divertono, i Wolves fanno arrossire i loro tifosi. Chet Holmgren domina, 65-32
a metà gara. I Thunder tirano col 50% dal campo, Minny con 14 palle perse, più
dei 12 tiri a segno dal campo. Pure +37 Okc, poi 88-62 a fine 3° quarto.
Finisce tanto a poco: Lupi in vacanza, Thunder alle Finals.
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