Gli aggettivi sono finiti da un pezzo. Onnipotente, straripante,
devastante, alieno non bastano a definire il nuovo show di LeBron James,
un concentrato di potenza, classe, talento e determinazione
sintetizzato in 46 punti, 11 rimbalzi e 9 assist che trascinano i Cavs a
gara 7 delle finali di Eastern Conference. L’orgogliosa Boston si
inchina al più forte di tutti, autore di una partita che entra
tra le migliori di questo 33enne che come il vino più invecchia e più
diventa forte. Perché LeBron, alla stagione 15 della sua incredibile
carriera, sta giocando il suo miglior basket di sempre e ha portato
praticamente da solo una squadra che, senza di lui, sarebbe in vacanza già
da un mese ad una vittoria dalle quarte Finals consecutive
LeBron ha vinto quasi da solo. Ha perso Kevin Love dopo nemmeno 5’ per
una commozione cerebrale che potrebbe escluderlo anche dalla bella. Ma
ha trovato aiuto dalla sua corte, a cominciare da George Hill, 20 punti,
che ha giocato la sua miglior partita di questi orribili playoff. La
panchina ha aggiunto 36 punti, con Jeff Green (14 punti) fondamentale
nel riempire il vuoto lasciato da Love. I Cavs hanno fatto la differenza
in difesa, costringendo i Celtics a 14 palle perse con 8 recuperi e 9
stoppate. Senza James questa squadra non sarebbe mai arrivata fino
a questo punto, nonostante “cuore, grinta e perseveranza” che secondo il Re hanno portato i Cavs ad un passo dal ritorno alle Finals. Per
LeBron questa è stata la settima volta della postseason 2018 con almeno
40 punti: l’ultimo a riuscirci era stato Michael Jordan nel 1989. E
solo Jerry West, nella storia della NBA, ha fatto meglio.
Boston ha perso per la 7ª volta su 8 lontano da casa perché quando
LeBron gioca così è impossibile fermarlo. I Celtics ci hanno provato
soprattutto con Terry Rozier e Jaylen Brown, scatenata coppia da 55
punti. Altri 3 giocatori di Stevens hanno chiuso in doppia cifra e
Boston ha tirato col 51,4% dal campo infilando 12 triple. Per vincere è
mancato Al Horford, limitato a 6 punti, 9 rimbalzi e 4 assist, e sarebbe
servito qualcosa in più da Jayson Tatum (13 dei suoi 15 punti nella
ripresa dopo un primo tempo da stordito nello scontro testa contro testa
che ha mandato k.o. Love) e Marcus Morris, fermo a 10 punti con 3/10
dall’arco. Per quanto i Celtics abbiano giocato la loro miglior gara
esterna della serie, con l’eccezione del 2° quarto, sarebbe
probabilmente servita la partita perfetta per fermare questo LeBron James, e neanche ne sono sicuro.
Boston è sul 25-20 alla prima sirena grazie a 15 punti di Brown, ma
quando LeBron attiva la modalità “più forte del pianeta” i Cavs
ribaltano tutto con un parziale di 20-4 che Clarkson chiude, sul 44-34, con un lay up al vetro a
5’ dal riposo, dove James arriva con 25 punti e la panchina con 20.
Cleveland riparte con Green al posto di Love in quintetto, con Hill (12
punti nel periodo) che finalmente mostra perché è lui il 3° miglior
giocatore dei Cavs. Boston però non si arrende, ritrova Tatum e scopre
che Rozier può essere "Scary Terry" anche lontano dal TD Garden. I Cavs
cominciano l’ultimo quarto da 83-73 e tremano quando James rimedia un
colpo alla gamba destra da Nance. Boston si avvicina fino al -7, ma
nonostante il minutaggio monstre James non ha ancora chiuso il suo show:
due triple di rabbia, l’ultima per il 104-94, spengono qualsiasi sogno
dei Celtics. Si va a gara 7, a Boston, dove i Celtics sono imbattuti. E
dove LeBron vuole scrivere un’altra pagina indimenticabile della sua
straordinaria leggenda.
Cleveland Cavaliers - Boston Celtics 109-99 (3-3)
Cavs: James 46 punti, Hill 20 punti
Celtics: Rozier 28 punti, Brown 27 punti
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