giovedì 12 maggio 2022

Play Off Round 2: Cuore Bucks! Grizzlies ancora vivi!

Mai sottovalutare il cuore di un campione. La famosa frase coniata per i Rockets del 1995 calza a pennello per questi Bucks, che con un finale di gara assolutamente spaziale riescono a cancellare un passivo di 14 punti nel quarto periodo e a conquistare il successo in gara 5, che porta i Celtics a un passo dall’eliminazione. I 40 punti di Antetokounmpo e le giocate incredibili sui due lati del campo di Holiday nel finale permettono a Milwaukee di battere Boston e di portarsi sul 3-2 nella serie.
I Celtics devono rinunciare ancora una volta a Robert Williams e la squadra ospite prova subito a lanciare un segnale alzando il ritmo nei primi minuti del match. Brown e Tatum però rispondono presente e la produzione dalla panchina di Theis e White permette a Boston di prendere in mano le redini della gara nei primi minuti della seconda frazione. Il passaggio a vuoto offensivo dei Bucks non aiuta i programmi di coach Budenholzer, i padroni di casa prendono fiducia e accelerano nella parte finale del primo tempo. Non bastano le giocate di Giannis, Boston arriva al riposo avanti 54-47. Milwaukee in aperture di ripresa si avvicina con le triple di Matthews e Holiday ma inizia il Brown show e i Celtics scappano via. La guardia di Boston si esalta nella terza frazione, firma 16 punti e trascina Boston al vantaggio di doppia cifra che fa esplodere un caldissimo TD Garden. Antetokounmpo fa quello che può ma Brown e compagni hanno il vento in poppa e con il canestro di Pritchard toccano il confortevole +14 a 10’16’’ dalla sirena.
Proprio quando il traguardo sembra vicinissimo Boston inizia a scomporsi, si mette a concedere troppi rimbalzi in attacco aprendo la porta alla rimonta dei coraggiosissimi Bucks. A suonare la carica, naturalmente, è il solito Giannis, Milwaukee piano piano torna sotto e con le triple "back to back" di Antetokounmpo e di un sontuoso Holiday trova il pareggio a 42’’ dalla sirena. I liberi di Tatum riportano davanti la squadra di casa che però manda in lunetta Antetokounmpo a 14’’ dalla fine. Dopo aver segnato il primo libero, Giannis fallisce il secondo ma i Celtics con poca disciplina nel tagliafuori concedono il rimbalzo a un attivissimo Portis che da sotto regala il clamoroso +1 agli ospiti. Sul capovolgimento di fronte Smart arriva al ferro ma deve fare i conti con Holiday che firma la giocata del match con una stoppata da cinema condita poi dal recupero del pallone per Milwaukee. Connaughton fa 2/2 dalla lunetta e il recupero del solito, incredibile Holiday poi sigilla il successo di Milwaukee.

Sembrava tutto già scritto: Golden State in finale di conference, Memphis eliminata. Pareva inevitabile, coi Warriors reduci da due vittorie e i Grizzlies senza Ja Morant, il loro fenomeno infortunato. Solo che nessuno ha passato il copione alla squadra di Taylor Jenkins, che anziché farsi da parte ha tirato fuori la partita perfetta, quella che ha trasformato la presunta marcia trionfale di Golden State in una clamorosa umiliazione, in una sconfitta in cui il divario è arrivato anche a 55 punti prima di assestarsi sul 134-95 finale.
Memphis se l’è guadagnata questa gara 6 domani a San Francisco, con la forza di volontà di una squadra ferita nell’orgoglio ma con tanta voglia di combattere. E di dimostrare che non è arrivata seconda in regular season per caso, che Morant è sì un fenomeno insostituibile ma che alle sue spalle ci sono tanti giocatori di talento. I Warriors sono ancora avanti, 3-2, ma hanno tanto da imparare da questa sconfitta.
Memphis non è una squadra migliore senza Morant, ma è comunque una grande squadra. Una che con le spalle al muro ha trovato nel gruppo la risposta alle difficoltà, chiudendo con 7 giocatori in doppia cifra e facendo a pezzi Golden State fin dall’inizio. Jaren Jackson Jr., con Desmond Bane e Tyus Jones, tutti a quota 21 punti, sono stati i 3 assi che hanno trascinato la squadra, contribuendo ad amplificare le mancanze di Golden State. Memphis ha dominato 55-37 a rimbalzo, raccogliendone ben 18 sotto il canestro avversario (13 per Steven Adams, con Brandon Clarke un osso troppo duro per i Warriors).
I peggiori Warriors dei playoff, probabilmente dell’intera stagione. Aggrediti da subito, non sono stati capaci di reagire, schiacciati a rimbalzo dallo strapotere fisico di Memphis e mandati fuori ritmo dall’inattesa collezione di palle perse. Un disastro da cui non si salva nessuno.
La squadra che ha perso a Memphis è lontana parente dei Warriors che avevano costruito il 3-1, che erano parsi la più continua tra le pretendenti al titolo. Con le finali di conference a portata di vittoria, questo è stato un bruttissimo passo indietro. Uno di cui Golden State deve in fretta capire le cause.
Memphis chiude il primo quarto sul 38-28 con un parziale aperto di 9-0 nonostante i 12 punti di Thompson e nel secondo allunga ancora, scavando un solco che all’intervallo è già di 77-50. I primi 6’ di ripresa sono irreali: i Grizzlies ruggiscono e prima di metà periodo sono avanti 100-56, con Golden State completamente inerme anche quando i padroni di casa sfondano i 50 punti di vantaggio ben prima della sirena del terzo quarto. Il quarto periodo è una lunga attesa per la resa dei conti di gara 6.

Boston Celtics – Milwaukee Bucks 107-110 (2-3)

Memphis Grizzlies – Golden State Warriors 134-95 (2-3)

 

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