Detroit Pistons - New York Knicks 116-118 (1-2)
Detroit tornava ad ospitare una partita di playoff in
casa sei anni dopo l’ultima volta (24 aprile 2019, sconfitta contro i Bucks),
ma i Pistons non riescono a centrare quella vittoria interna che manca dal 26
maggio 2008. È infatti New York a prendersi gara 3 al termine di un match teso,
intenso e deciso dalla produzione del duo Towns-Brunson, mentre Fontecchio
rimane ancora fuori dalle rotazioni.
L’avvio promette scintille già da subito. Towns, dopo le difficoltà offensive
di gara 2, parte forte con 3/4 da 3 nel primo quarto, e i Knicks si portano in
vantaggio. Alla fine del primo quarto poi, per alzare ulteriormente la
tensione, Reed e Robinson iniziano a spintonarsi a gioco fermo, dando vita ad
una mischia: doppio tecnico e si riparte. E se tutti aspettano Cunningham
(chiuderà a 24 punti con 25 tiri tentati), la scintilla di Detroit la accende
Tim Hardaway Jr: 3/3 dall’arco, che diventa 5/5 grazie a due triple consecutive
nel secondo quarto che regalano a Detroit il 43-39, facendo esplodere la Little
Caesar Arena. La risposta dei Knicks, però, è da grande squadra: negli ultimi
3’ del primo tempo, Anunoby e Bridges guidano un parziale di 21-3, che consente
alla squadra di Thibodaeu di rientrare negli spogliatoi sul 53-66. Nella
ripresa, New York riesce a contenere la rimonta di Detroit, che come al solito
trova diversi punti dalla panchina tra Beasley e Schroder, e si appoggia alla
fisicità di Duren. Sul +10 all’inizio del quarto periodo, però, i Knicks
iniziano a tremare: i Pistons tornano a un possesso di distanza, e chi se non
Jalen Brunson, fresco vincitore del Clutch Player of the Year, poteva tirarli
fuori dai guai? 12 i suoi punti nel finale, compresi i due layup in contropiede
che restituiscono 7 lunghezze di vantaggio a New York. Il primo, in particolare,
arriva dopo un ottima difesa di Towns che forza Cunningham alla palla persa (6
le sue sulle 14 di squadra). Negli ultimi secondi, poi, Brunson sbaglia un paio
di liberi, ma con 5 decimi da giocare Detroit non riesce nemmeno a rimettere il
pallone in campo. Appuntamento a domenica per gara 4.
Memphis Grizzlies - Oklahoma City Thunder 108-114 (0-3)
Serata che passerà alla storia per OKC: i Thunder
riescono infatti nell’impresa di rimontare uno svantaggio di 29 punti,
prendendosi anche gara 3 ed ipotecando di fatto il passaggio al secondo turno.
Decisivo l’infortunio di Morant, ancora una volta condizionato da problemi
fisici ai playoff: finché Ja è stato in campo non c’è stata partita. Eppure,
con la solita difesa, OKC ha dominato la ripresa, mentre Gilgeous-Alexander
supera quota 30 punti per la prima volta in questi playoff.
Dopo le due scoppole piuttosto sonore rimediate in trasferta, Memphis scende in
campo al FedEx Forum con tutt’altro piglio. Maggior determinazione in attacco e
in difesa, con Morant che arma la mano di Pippen Jr per due triple consecutive.
Il vantaggio supera presto la doppia cifra, e i Grizzlies realizzano ben 41
punti nel primo quarto, ma lo show è appena iniziato. Memphis vola via sulle
ali di Ja e Pippen, che supera quota 20 già nel primo tempo, ma 3’15’’
dall’intervallo arriva il momento che cambia - e probabilmente decide - la
serie. In uno dei soliti voli a canestro, Morant perde l’equilibrio nel
contatto con Dort, atterrando malamente sull’anca sinistra: la botta è forte,
Ja resta in campo per i liberi ma è costretto a uscire per il dolore, e non
tornerà. I Grizzlies reggono inizialmente senza di lui, portandosi sul +29 con
un layup di Bane, ma nel secondo tempo cambia tutto. Senza Morant, l’attacco
ristagna: nessuno crea superiorità e la difesa di OKC fiuta la paura. È Chet
Holmgren, con 18 punti e 4 triple nel solo terzo quarto, a guidare
l’improbabile rimonta in attacco, ma il vero protagonista è Alex Caruso: l’ex
Lakers è decisivo con la sua difesa, sporcando qualsiasi pallone e rubandone 3,
difendendo sia su Pippen che su Jackson Jr. A Williams e Shai toccano i
restanti oneri offensivi, e il primo vantaggio della serata dei Thunder arriva
a 1’20’’ dalla fine, proprio con dei liberi di J-Dub. Memphis, alle corde e
soffocata dalla difesa di OKC, realizza appena 31 punti nel secondo tempo, 13
nel quarto periodo tirando 4/20. E se è vero che - sponda Grizzlies - la
sfortuna ci ha messo del suo, rimontare 29 punti in un tempo in trasferta ai
playoff fa capire quanto i Thunder abbiano voglia di arrivare in fondo: sabato
alle 21.30 italiane OKC avrà il primo match point in gara 4.
Los Angeles Clippers - Denver Nuggets 117-83 (2-1)
Dopo due partite entusiasmanti ed estremamente
equilibrate a Denver, i Clippers sfruttano il fattore campo e dominano gara 3
portandosi 2-1 nella serie. I Nuggets vengono spazzati via già nel primo tempo
grazie ad un ottimo Harden, che poi passa il testimone a Leonard e Powell. A
Denver non basta la ventesima tripla doppia ai playoff di Jokic, e gara 4 - in
programma a Inglewood domenica sera - rischia di diventare già decisiva.
Che sia una serata buona per i Clippers si capisce abbastanza in fretta: dopo
un avvio difficile, infatti, i losangelini si prendono il vantaggio nel finale
di primo quarto e non lo mollano più. Perchè a prescindere dal livello
mostruoso che Kawhi Leonard è in grado di mantenere ai playoff, questa squadra
va dove la porta James Harden: e nel primo quarto, il Barba decide di portarla
lontano: guida un parziale di 16-2 negli ultimi 3 minuti, portandosi in doppia
cifra e manovrando l’attacco a suo piacimento. I compagni ringraziano e
capitalizzano con un ottimo 9/15 da 3 nei primi 12’. I Nuggets, sempre
aggrappati a Jokic con Gordon a fare da secondo violino inizialmente, non
riescono a reagire a questo scossone, e il vantaggio dei Clippers si dilata
verso la fine del primo tempo. Zubac garantisce il solito impatto sotto
canestro, Batum colpisce da 3, Leonard e Powell sono pronti a sfruttare i
mismatch. E a tutto ciò si aggiunge una difesa molto ben organizzata, capace di
“limitare” Jokic a 23 punti, con soli tre Nuggets in doppia cifra. Denver perde
infatti ben 16 palloni e tira malissimo da 3 (7/26): percentuali decisamente
non sostenibili in una gara di playoff, e i Clippers possono permettersi di
gestire il finale in tranquillità, con Harden che chiude il secondo tempo
addirittura a quota 0 dopo i 20 della prima frazione.
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